Le pubblicazioni dell'istituto: Il dolore e la bellezza

Siamo lieti di annunciavi la prossima pubblicazione di

Il dolore e la bellezza. Atti del terzo convegno della società Italiana di Psicoterapia della Gestalt

a cura di: G. Francesetti, M. Ammirata, S. Riccamboni, N. Sgadari e M. Spagnuolo Lobb.

 
Questo testo raccoglie i contributi del III Convegno della Società Italiana di Psicoterapia della Gestalt sul dolore e la bellezza. Siamo esposti, sovraesposti alla bellezza oggettuale e al dolore visivamente rappresentato, ma proprio questa continua esposizione ci desensibilizza alla bellezza relazionale, al dolore vivo che trasforma, alla speranza che in questa trasformazione dimora. Gli autori che hanno contribuito a quest’opera leggono questa tendenza al torpore, all’anestesia, alla narcosi come tratto caratteristico dello sviluppo sociale attuale.
Il convegno ha sottolineato una precisa visione della psicopatologia e della psicoterapia: La psicoterapia è assenza al confine di contatto, quindi anche anestesia e protezione dal dolore. La psicoterapia riapre i sentieri del sentire, dà dignità e dimora al dolore, ne rivela la bellezza e lo trasforma nell’arte del contatto tra terapeuta e paziente, tra l’organismo e il suo ambiente.
I contributi raccolti in questo libro spaziano dalla psicopatologia e la clinica al dialogo politico, dalla riflessione teorica alla prospettiva sociale, dal contributo con l’arte alla prospettiva interculturale.
 
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Quaderni di Gestalt volume XXVI 2013/2: Il pensiero di Daniel Stern e la psicoterapia della Gestalt

Iniziamo a raccontare Daniel Stern attraverso le testimonianze della moglie Nadia Bruschweiler Stern, e di quattro suoi colleghi italiani, che gli sono stati particolarmente vicini: Massimo Ammaniti, Nino Dazzi, Vittorio Gallese e Graziella Fava Vizziello.

Stralci di testimonianze tratte dal Quaderno di Gestalt, Volume XXVI,  2013/2:

Il pensiero di Daniel Stern e la psicoterapia della Gestalt

 
Da un punto di vista intellettuale Dan sapeva come cercare, osservare, descrivere, contestualizzare e mettere in evidenza elementi universali dell’esperienza umana. Questi aspetti sono necessariamente collegati a molte teorie e discipline diverse. Credo che il suo lavoro fosse al di sopra di queste differenze, sempre alla ricerca degli aspetti fondamentali delle interazioni e delle relazioni umane.
Da un punto di vista umano, aveva una squisita capacità di entrare in contatto con le persone, facendo sempre sentire speciali coloro che incontrava. Questo aveva a che fare con il suo bisogno di seduzione, ma soprattutto era la sua fonte di vitalità e il suo campo di ricerca. Era curioso nei confronti della gente e viaggiava impegnandosi intensamente in ogni scambio. E così, quando incontrava le persone era sempre molto coinvolto, facendole sentire valorizzate dalla luce che emanava, per poi scomparire altrove con il suo raccolto.

Nadia Bruschweiler Stern

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