LASCIARSI TRASFORMARE DAI FIGLI: secondo giorno di lavori

Un sole imponente che sorge al mattino ci sembra un segno di prosperità e nuova luce, epilogo della tragedia rappresentata al teatro greco. È questo lo sfondo che ha accompagnato l’inizio della seconda giornata del convegno.
La relazione di apertura del Professore Santo Di Nuovo ha offerto interessanti spunti di riflessione sui fattori trasformativi di rischio di una coppia che diventa una coppia genitoriale.

L’intervento di Margherita Spagnuolo Lobb ha inquadrato la dimensione trasformativa della funzione genitoriale nello scenario storico-sociale attuale della post (post) modernità, caratterizzata sempre di più dall’assenza di confini, dalla solitudine  e dalla desensibilizzazione corporea e quindi emozionale. Nell’ottica epistemologica della complessità e del caos, la risposta della psicoterapia della Gestalt alla “caduta degli dei” è rappresentata dal fiducia nell’autoregolazione che emerge dallo sperimentare il contatto con l’altro nella pienezza dei sensi.  L’estetica diventa il mezzo comunicativo capace di curare l’anedonia e l’analfabetismo emozionale; la relazione costituisce così la culla dell’umanità fragile e disorientata. La sfida sembra essere rappresentata dallo stare con le “proprietà” del campo fenomenologico, nell’esperienza che nasce al confine di contatto e dalla possibilità di orientare l’interesse in ciò che conduce verso il futuro intenzionale, il futuro immediato a cui il nostro sentire olistico tende, piuttosto che in ciò che ha causato il disagio.

…tu sei per me calore, inferno, paradiso, alba e tramonto

I temi dell’estetica e della bellezza hanno animato la tavola rotonda successiva, durante la quale il Professore Galimberti ha descritto la bellezza come figlia di un’estetica dalla quale veniamo trafitti in una condizione di ineluttabile passività.

La prima parte della giornata si è conclusa con gli interventi di Antonio Nicastro, PM del tribunale di Siracusa, e Franco Sciuto, difensore dei diritti del fanciullo e neuropsichiatra infantile alla ASP di Siracusa, che hanno ricondotto il tema al mondo delle Istituzioni, in cui sempre di più si sente l’esigenza di essere supportati da esperti che guidino alla costituzione di  servizi costruiti a misura dei bambini.

Il pomeriggio si è aperto con l’intervento di Antonio Cascio, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, che ha descritto alla platea la necessità di essere destrutturati dai propri figli, come dimensione necessaria e costitutiva di ogni incontro intimo e profondo.

Ha chiuso il Convegno una tavola rotonda a cui hanno partecipano tutti i relatori e in cui è stata data voce al pubblico, ai pensieri e alle risonanze emotive emersi durante le due giornate e alle riflessioni condivise nei  gruppi esperienziali che hanno accompagnato i lavori del convegno.

Il sole che ha illuminato la città di Atene nel passato e la città di Siracusa in questi giorni sembra poter tramontare con serenità sul convegno, accompagnandoci verso  la fine di un occidente, che porta con sé un’eredità tragica ma che reca, al contempo, un nuovo orizzonte costituito dall’inesausta e intramontabile fiducia che dallo sfondo possa emergere qualcosa che è stato scartato.

Uno scarto percettivo che possa sostenerci nel più innato e, al contempo, complesso dei movimenti: il movimento generato dall’intenzionalità di raggiungere l’altro prossimo a me, rivelatore del bisogno e della cura  e espressione della propria umanità.

Il tramonto dell’Occidente è al contempo l’aurora di un futuro possibile, in cui il lasciarsi trasformare dai figli prevede non solo l’ascolto del loro punto di vista, ma anche la fiducia nell’estetica della relazione, che supera una visione narcisistica della relazione genitore-figlio.
Dalla nostra povertà, conclude Margherita Spagnuolo Lobb, potremo riscoprire una nuova era, in cui è possibile rinascere all’interno di una esperienza “amorosa”.
Usciamo da questo convegno, ricco di stimoli e provocazioni intellettuali, con il desiderio di declinare quanto appreso nella nostra vita personale e professionale guardando ai nostri limiti e alle nostre fragilità come scrigni preziosi che contengono forza e risorse.

Ringraziamo il Professore Galimberti per la profondità dei contenuti che ci ha trasmesso, per la pulizia filosofica ed etica con cui sceglie di non dare risposte ma di porre domande “trasformative”, da cui ognuno di noi partirà per creare la propria risposta, e per  generoso “sacrificio di sé” che questo implica.

Ringraziamo il professore Santo Di Nuovo per la competenza rara, sia teorica che empirica, che ci ha donato sui temi del convegno, e per il suo sguardo ilare che ci consente sempre di capire i drammi della vita con un meta-pensiero al di sopra di rigidità percettive.

Grazie a tutti i relatori, didatti dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, che ne hanno portato il modello con coerenza e vivacità intellettuale, e a Margherita Spagnuolo Lobb, per averci donato le radici forti della psicoterapia della Gestalt e per essere stata il grembo fecondo di intenzionalità, di vita e di orizzonti nuovi a cui guardare e a cui riferirci.

Teresa Borino e Fabiola Maggio

1 commento su “LASCIARSI TRASFORMARE DAI FIGLI: secondo giorno di lavori”

  1. Ricordando il convegno su
    Lasciarsi trasformare dai figli
    con Umberto Galimberti
    Siracusa 6 e 7 giugno 2014
    Le parole di un allievo
    Umberto Galimberti ha generosamente condiviso con noi la “tragedia” del mondo occidentale tollerando la frustrazione di apparire, a tratti, profeta di sventure. A lui va il mio grazie per averci donato Idee in grado di sollecitare una riflessione in tutti noi che ci occupiamo del malessere e della cura dell’altro.
    Istintivamente emerge un “No” ad una visione che prospetta un inevitabile declino dell’umanità.
    Che fare? Piuttosto che chiamare in causa una generica realtà o una prospettiva teorica, voglio fare riferimento al “qui ed ora” del convegno.
    Siamo stati testimoni privilegiati di un incontro fecondo tra Idee e possibilità di co-creare la novità a partire dal contatto tra le Persone.
    Le idee e le teorie senza persone che le “incarnano” non si aprono alla vita, le persone senza idee che le muovano non si aprono alla vitalità e all’umanità più profonda. Una trasformazione è possibile a patto che ci si riappropri, con responsabilità, del potere generativo delle proprie idee e della fecondità delle relazioni.
    Giungere ad una consapevolezza incarnata delle Idee in un esser-ci nella relazione con l’altro, sembrano essere i presupposti da cui partire per mettere in moto un cambiamento; un’assunzione di responsabilità, come persone, genitori e professionisti, di un destino che sembra già essere scritto.
    Grazie a tutti. Un ringraziamento particolare va a chi nel “qui ed ora” del convegno ha incarnato l’esempio dello stare pienamente dentro la tragedia, mostrando a tutti noi il terreno sul quale è possibile coltivare la speranza, seme prezioso dal quale fiorisce ogni bella trasformazione.
    Domenico Scarpaci
    Allievo secondo anno Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
    Istituto di Gestalt HCC Italy Palermo

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