I Quaderni Raccontano…

Corso professionalizzante per operatori di psicoprofilassi al parto secondo il metodo Spagnuolo Lobb

 
Nel 1988, Margherita Spagnuolo Lobb presenta, in un contributo nei Quaderni di Gestalt, il primo modello di preparazione al parto inserito all’interno  del quadro di riferimento teorico-clinico della psicoterapia della Gestalt.  Nell’articolo illustra il modello di training da lei ideato: i requisiti del setting e del leader e le unità di apprendimento.  Espone altresì i risultati di una ricerca di convalida del modello.
Sono trascorsi 26 anni dalla nascita del modello che continua ad essere applicato in Italia e all’estero con l’attualità di rivisitazioni e sviluppi teorici di Spagnuolo Lobb rispetto alla dimensione triadica dell’essere-con, includendo la figura paterna nell’esperienza del partorire (di prossima pubblicazione).
Alle numerose edizioni, proposte nel corso di questi anni, hanno partecipato professionisti di diversa matrice ed appartenenza grazie all’approccio trasversale ai vari modelli nell’applicabilità del training. Un training che reca in sé una duplice possibilità: l’apprendimento di un modello operativo facilmente spendibile in contesti diversi e la maieutica del sostegno alle risorse, creatività e competenze di ciascuno.
Un training che ha aiutato i genitori a vivere il parto e il rapporto con il bambino con una tale bellezza, profondità ed integrazione che consente la creatività toccante della poesia.
A Margherita… dai bambini e dai genitori nati con il sostegno del tuo modello… Grazie!

 

Teresa Borino

 
“Partorirai con dolore” recita la Genesi.
“Le gioie fecondano , i dolori portano alla nascita” afferma Blake.
Il dolore fa parte della nostra vita ed è educativo.
Il dolore crea uno stato di crisi, che può essere superato positivamente “allargando” i propri confini, la definizione personale di ciò che si può o non si può fare.
Il “partorirai con dolore” può essere allora inteso come “crescerai nel dolore”, o meglio, “rinascerai nel dolore”.

Margherita Spagnuolo Lobb

 
Tratto da: Il parto come rinascita dalla madre. Un modello psicologico di preparazione al parto secondo l’approccio della psicoterapia della Gestalt. In Quaderni di Gestalt 6/7, 1988
L’articolo è stato presentato al 3° congresso Europeo di Psicoterapia della Gestalt a Veldhoven in Olanda nel maggio del 1989 e da allora in molti altri eventi e pubblicazioni scientifiche.
 
 

Buon 25 Aprile dall'Istituto di Gestalt HCC Italy


Il 25 Aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono a Milano e Torino, dando il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
La Festa della Liberazione è il simbolo della fine della dittatura e l’inizio di un percorso che condurrà alla costituzione della Repubblica.
Qualche anno dopo, dalle idee di democrazia e libertà, nasce la Costituzione Italiana.
Davanti al sentimento di confusione e annichilimento di questi giorni di crisi, è importante orientarsi su quale potrebbe essere oggi la nostra liberazione, per sapere cosa vogliamo, non solo dentro noi stessi, ma mentre guardiamo negli occhi, attivando la nostra sensibilità, chi soffre e chi è disperato.

Continua a leggere…

Il 27 giugno 1994 moriva Isadore From, a New York

Isadore era uno dei fondatori della psicoterapia della Gestalt.  Assieme a Fritz e Laura Perls era parte integrante del gruppo che aveva dato vita negli anni Cinquanta a questo modello psicoterapico, la cui nascita era stata sancita dalla pubblicazione del libro di Perls, Hefferline e Goodman, Gestalt Therapy (1951).
Paziente prima di Fritz e poi di Laura Perls (cfr. From I.1987. Storia Orale della Psicoterapia della Gestalt – parte II. Conversazione con Isadore From, a cura di E. Rosenfeld, in: Quaderni di Gestalt, vol. 3, n. 5, pp. 11-35), già Presidente del New York Institute for Gestalt Therapy, ha contribuito significativamente alla diffusione del nostro approccio sia negli Stati Uniti che in Europa. La sua morte ha rappresentato la fine di un’era per la psicoterapia della Gestalt, un capitolo che comprende quasi mezzo secolo.
Il suo insegnamento è stato fondamentale per il nostro Istituto: ci ha donato la conoscenza del libro fondante (Perls, Hefferline e Goodman, 1951), il cui stile erudito e ostico divideva in quegli anni il mondo degli psicoterapeuti della Gestalt. Ci ha donato soprattutto il suo modello relazionale, il suo sguardo al campo fenomenologico co-creato tra paziente e terapeuta, rivisitando in chiave moderna i più importanti concetti psicoanalitici, dando dignità e radici teoriche alle intuizioni gestaltiche, al suo stile creativo, e al now-for-next che sosteniamo nel paziente.
Per me è stato il maestro, non perché sia stato l’unico a insegnarmi il modello, ma perché è stato il mio psicoterapeuta. Lo ringrazio ancora per avermi restituito tutto ciò che gli ho consegnato con onestà, profondità di senso, apertura al futuro. Ricordo ancora con tenerezza la battuta con cui si giustificava sorridendo con altri che lamentavano il fatto che accettasse eccezionalmente i miei inviti quando era già in pensione: “A Margherita non riesco a dire di no”. Come didatta, autrice di testi sulla psicoterapia della Gestalt, psicoterapeuta attiva nel campo del riconoscimento politico della psicoterapia, lo ringrazierò sempre per continuare ad essere un faro luminoso a cui guardare.

Margherita Spagnuolo Lobb

Riportiamo qui alcuni brani del numero dei Quaderni dedicato a lui dopo la sua morte.
È possibile richiedere il numero scrivendo a info@gestalt.it oppure ordinandolo in questa pagina del sito.
Quaderni di Gestalt
Quaderni di Gestalt18/19, 1994.
Da figlia a madre di M. Spagnuolo pp.43-44
(…) Vorrei dire che Isadore mi ha trasmesso quei contenuti chiari, basilari, scarnificati da qualsiasi sovrastruttura che potesse condurre ad un godimento intellettuale, che con purezza spartana costituivano il suo bagaglio di didatta di psicoterapia della Gestalt. Però Isadore mi ha dato anche l’esperienza di un modello estremamente efficace di trasmissione di tali contenuti. La sua teoria non era mai solo teoria: era teoria e al tempo stesso esperienza della teoria. Non solo quando lavoravo con lui, ma anche ogni volta che gli parlavo, sembrava che tutto in lui fosse respiro vibrante (e per me boccata d’ossigeno) di psicoterapia della Gestalt. (…). Penso che questo modo di trasmettere una teoria, in cui l’effettiva relazione tra docente e discente – il qui ed ora- costituisce il corrispettivo esperienziale degli enunciati teorici, sia il più efficace.
 La razionalità della poesia di Ruggero Bianchi p.61
(…) da lui ho appreso a citare sovente due versi di Robert Browning: “cresciamo insieme, il meglio deve ancora venire”.
Il verbo che parlava. La Gestalt ormai tace di N. K. Salathè p.69
Unità, rigore e sobrietà nel pensiero, serietà e disciplina nell’insegnamento: questo fu il contributo senza pari di Isadore From all’elaborazione del corpus della psicoterapia della Gestalt e alla formazione di esperti competenti e coscienziosi.
Da Riflessioni elegiache su Isadore From di Michael Vincent Miller pp.73-79
Questa diretta alternanza di osservazione ed esperienza era il senso primario, secondo Isadore, del momento presente nella psicoterapia della Gestalt. Traendo i suoi esempi da frammenti di evidenza tangibile, le sue interpretazioni o i suoi interventi – i suoi esperimenti, come li chiamava – finivano spesso per essere sintesi e voli poetici. La sua fondamentale fonte di ispirazione era tuttavia e soprattutto ciò che si presenta immediatamente e che, proprio per questo, è facilmente trascurato, l’ovvio per così dire.
Isadore From restò un purista della Psicoterapia della Gestalt e, a questo riguardo, una voce conservatrice (nel senso di conservare, non nel senso politico della parola) tra i più importanti insegnanti e terapeuti. In anni recenti, aveva continuamente ammonito contro le contaminazioni che la psicoterapia della Gestalt subisce ad opera di correnti trasversali e influssi…
Tra i doni che Isadore From ha lasciato in eredità alla psicoterapia della Gestalt c’è il senso della grande ricchezza delle sue radici così come la dimostrazione che la sua teoria e la pratica formano un insieme sufficiente e coerente.
 

Corpo e anima

L’uomo è un organismo vivente: alcuni dei suoi aspetti sono chiamati corpo, mente e anima (…) ma perfino aggiungendo “un’integrazione strutturale” a ciascuno di questi tre termini, ci rendiamo conto di quanto artificiose e lontane dalle realtà siano queste divisioni (…).
Il corpo e l’anima sono identici “in re” anche se non “in verbo”; le parole corpo e anima denotano due aspetti della stessa cosa.
Perls F. (1995). L’Io, la fame e l’aggressività (pp.37, 39)

Il ground e l’aggressività: la ricerca di contenimento e di senso nel processo di differenziazione

È difficile oggi parlare di aggressività positiva.
Senza il senso di solidità del ground, la figura non può formarsi con chiarezza e non ci si può orientare nelle relazioni – specialmente in quelle difficili – con consapevolezza e intenzionalità.
Il sentire sociale diventa sempre più “liquido”: può prendere molte forme e allo stesso tempo non ha né contenimento né struttura. Manca il ground relazionale su cui l’esperienza della novità dell’emozione possa condurre al contatto con l’altro, piuttosto che alla sua distruzione indiscriminata.
La relazione terapeutica, come qualsiasi altra relazione, deve far fronte a questo senso di emergenza contenendo il caos che caratterizza l’inizio di ogni esperienza, e garantendo la presenza “ovvia” dell’altro significativo: da questa esperienza può emergere la differenziazione di sé.
È necessario fornire braccia forti che possano contenere e fare rilassare lo stress del vivere senza l’altro accudente, in una solitudine angosciante in cui tutto è richiesta di performance; braccia che possano fare riposare e concentrare sulle emozioni, sulla direzionalità dell’eccitazione, affinché si possa finalmente individuare “chi sono io e cosa voglio da te”.

Margherita Spagnuolo Lobb

Le verità del corpo in psicoterapia della Gestalt

L’attenzione al corpo prospettata dal metodo gestaltico segna un passaggio importante per la psicoterapia in genere: dall’ottica di una profondità riferita a sedi esperienziali prettamente psichiche, all’ottica di una profondità intesa come incarnazione delle relazioni.
Il qui-e-ora esperito a livello corporeo dal paziente è una gestalt creativa che riassume gli schemi relazionali corporei e sociali assimilati nei contatti precedenti e le intenzionalità che sostengono l’attuale contatto che il paziente fa con il terapeuta.
Il linguaggio terapeutico deve partire dalle “ragioni del corpo” del paziente, per dirlo con le parole di Nietzsche, così come esse si riverberano nel corpo del terapeuta.
Così le metafore – le icone tematiche – vengono fuori dal senso interiore di poesia che il terapeuta acquisisce mettendo insieme il vissuto del proprio processo e il coraggio di riuscire a leggere qualcosa di straordinario nel semplice o qualcosa di semplice nell’apparente complessità dell’espressione del paziente. L’intervento terapeutico, che deriva da questa elaborazione dei due orizzonti esperienziali, quello del terapeuta e quello del paziente, deve agire non “al di sopra”, ma “alla base” della consapevolezza del paziente, quasi per solleticarlo, perché egli possa sentirlo nelle ossa e nelle giunture, nei muscoli e nei tendini, nei bulbi oculari e nei condotti lacrimali, nella bocca e nella saliva.
                                                                                                Margherita Spagnuolo Lobb

Tra identità e storia

La natura umana in parte è data (…) ma in parte crea se stessa, e questo adattamento creativo in circostanze favorevoli è in se stesso un elemento essenziale della natura umana fondamentale. (…) Il problema della psicoterapia è quello di ottenere dal paziente l’appoggio del suo potere di adattamento creativo senza sforzarlo ad entrare dentro lo schema fisso della concezione scientifica del terapeuta. (…) E’ ovviamente desiderabile una terapia che non stabilisca una norma troppo rigida, e cerchi invece di ottenere il più possibile dalla struttura della situazione presente, qui ed ora. Spesso, bisogna ammetterlo, il terapeuta cerca di imporre al paziente la propria norma di salute. Ogni piano d’azione è un’astrazione dalla situazione concreta e il terapeuta ripone la sua fiducia in quest’astrazione.
Perls F., Hefferline R., Goodman P. (1997) Terapia e pratica della terapia della Gestalt, Vitalità e accrescimento della personalità umana. (pp. 90, 91)

Mi racconto a te

Raccontare è vivere, e vivere senza raccontare è un vivere vuoto, solipsistico, senza un contatto reale con l’altro. L’essenza dell’esistenza non si coglie “lasciandosi vivere”, ma creando il proprio racconto, che parte sempre dall’esperienza di una situazione (quindi da dati fenomenologici) e che è animato, sostenuto, da un’intenzionalità di contatto, da un desiderio di raggiungere l’altro con spontaneità.

                                                    M. Spagnuolo Lobb

Amore e mistero

L’esperienza amorosa è esperienza del mistero dell’altro.
Si dice che la scintilla dell’amore scatti in modo imprevedibile. Ciò che ci attira nell’altro rompe gli argini della nostra quiete razionale, e diventa ossessione quotidiana, finché il mistero che ci attrae non si svela a noi.
Ciò che ci fa innamorare è il mistero dell’altro, quella tensione armonica che, non essendo stata riconosciuta, egli tiene chiusa al mondo. L’innamoramento è possibile grazie a un intuito profondo: vediamo nell’altro ciò che ha nascosto, il suo mistero appunto. E la forza amorosa ci porta a svelare questo mistero, con una capacità terapeutica naturale (che è l’innamoramento), per rivelare all’altro la bellezza che ha celato.
Allo stesso modo, sentirsi toccati dallo sguardo dell’innamorato ha l’effetto di una carica vitale: ci si sente rinati a nuova vita, ricaricati di un’energia buona e primaria che ci fa riappropriare di tutta la vitalità di cui si è capaci.
L’innamoramento è un grande momento terapeutico della vita, in cui è possibile riprendersi le parti di sé che sono state sacrificate per risolvere situazioni difficili. L’innamoramento è una cura istantanea, potente, e proprio per questo a volte rischiosa.
Amare l’altro vuol dire amare l’armonia che egli ha reso invisibile, sapere intuire il dolore e la bellezza più profonda che hanno forgiato l’anima errante dell’altro, le domande che dirigono la sua vita, e fornire una casa per questo errare, un luogo che contiene.

                                                                                                     Margherita Spagnuolo Lobb

Con i versi del poeta Nazim Hikmet
vi auguriamo una felice giornata
 
Amo in te l’avventura della nave che va verso il polo
Amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
Amo in te le cose lontane
Amo in te l’impossibile

entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole …

Il campo dell'intersoggettività – convegno FISIG – Salerno febbraio 2013

convegno fisig
Il momento attuale richiede un dialogo, possibile solo per chi ha l’umiltà di credere che i modelli costruiti dall’uomo, tra cui la Psicoterapia della Gestalt, incarnano verità che hanno l’opportunità di crescere attraverso la promozione di un contatto e di un confronto tra le poliedriche verità proposte dalle varie discipline nella lettura dell’animo umano.
Le giornate del convegno hanno costituito possibilità di scambio fertile e generativo di riflessioni e ed esperienze circa i modi del conoscere (= epistemologia), i modi di essere dell’uomo moderno (= antropologia), le nuove forme di sofferenza (= psicopatologia), i nuovi modi di alleviarla (= psicoterapia) e le molteplici forme di sostegno al vivere bene (counselling).
In questo momento difficile dell’Occidente, la creazione di un tempo e di uno spazio per il dialogo oltre ad arricchire ogni partecipante – sia personalmente che professionalmente – ha contribuito alla possibilità di  trasformare le difficoltà in opportunità per la nascita di un mondo più luminoso.
I contributi al dialogo e al confronto proposti dall’Istituto HCC Italy sono stati:
M. Spagnuolo Lobb
Intuizioni, illusioni e disillusioni nell’orizzonte gestaltico.
Workshop dell’Istituto di Gestalt HCC Italy

  • Foto: luogo di incontro tra corpi e vissuti
    Cannavò M., Libranti S.
  • La sofferenza emergente: La psicopatologia come fenomeno del campo
    Francesetti G.
  • I legami di amore in psicoterapia della Gestalt: sviluppo polifonico di competenze al contatto
    Spagnuolo Lobb M., Borino T.

[nggallery id=10]