A Siracusa si riuniscono giovani rotaractiani da tutta la Sicilia per imparare ad essere leader del futuro

Si è appena conclusa a Siracusa l’edizione 2014 del programma di formazione RYLA (Rotarian Young Leadership Award) promosso dal Rotary Distretto 2110 Sicilia Malta in collaborazione con l’Istituto di Gestalt HCC Italy, che ne ha curato la parte scientifica. L’obiettivo dell’incontro è formare giovani studenti e neolaureati a diventare i leader del futuro, in una società in continuo cambiamento.
Il Direttore, dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, e alcuni Didatti dell’Istituto di Gestalt HCC Italy (Gianni Francesetti, Barbara Buonomo, Angela Basile, Salvo Libranti, Graziana Busso) e Allievi Didatti (Pinella Salamone e Lisa Molfese) hanno proposto un modello di leadership gestaltico, inscindibile dal contesto sociale attuale e di sostegno alla bellezza che le varie forme di aggregazione sociale contengono.
 
Grazie ai partecipanti, per la loro apertura alla vita e fiducia nel domani che si accingono a costruire. La loro vitalità prima di tutto ha consentito la bellezza di questa esperienza che rimarrà come un dono di umanità nella loro vita. Grazie all’avvocato Pucci Piccione, organizzatore delRYLA 2014 a Siracusa.


In contatto con le radici

Vorrei riflettere sul senso di essere siciliani oggi, sull’impegno e il coraggio di siciliani come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Peppino Impastato e alla rilettura critica che hanno fatto della mafia. Nei confronti di questo fenomeno sociale così grave, la tentazione è quella di fuggire, rimanere in silenzio, non voler percepire il dolore che ci procura, anche solo in termini di dignità e di appartenenza alla cultura siciliana.
Cosa fare noi, come psicoterapeuti ed in particolare psicoterapeuti siciliani? Il nostro, spesso, non è un tempo veloce ed immediato, i cambiamenti che desiderano i pazienti e la società richiedono maggiore lentezza, ma d’altro canto questo implica spazi di intervento ampi, alle radici della mentalità mafiosa, nel profondo rapporto tra genitori e figli o tra utenti e strutture. Ecco perché mi piace riflettere, oggi, sul senso del fare psicoterapia come spazio e augurio per la capacità di ascolto e di accoglienza dell’altro, senza intrusioni o inganni. Un entrare in contatto tra le persone e la loro terra, in cui la cura non coincide con l’avere potere su qualcuno.

                                                     Marilena Senatore

Una vita che merita un romanzo

Oggi a Palermo, per la beatificazione di Padre Pino Puglisi, sono attese 100.000 persone.
Vogliamo dedicare lo spazio di oggi al ricordo di un uomo che ha testimoniato con la sua esistenza il valore fondante e formativo della relazione e dell’accoglienza.
Padre Puglisi è stato ucciso per il suo impegno a dimostrare concretamente, in quartieri permeati da una cultura mafiosa, la possibilità di creare bellezza dal dolore e dalla sofferenza con un’esistenza fatta di lavoro onesto, di solidarietà e di fiducia nell’altro.
Era un “maestro” nelle relazioni. Senza parlare di religione o di Dio, nel primo momento dell’incontro con l’altro non dava consigli e introietti aprioristici.
Attribuiva un valore primario all’ascolto profondo convinto che bisognava dividere a lungo il “pane e il vino” , costruire un ground relazionale prima di qualsiasi possibilità di cambiamento.
Sapeva usare parole semplici e immediate con una spontaneità e un’autenticità disarmanti.
Dopo il tempo dell’ascolto, con l’arte maieutica di fare emerge le risorse profonde che albergano nell’animo di ognuno e nel rispetto dei modi e del tempo “giusto” dell’altro, proponeva l’inserimento in una vita comunitaria fondata sull’apertura  al dialogo con gli altri e sulla ricerca del senso della propria esistenza.
“Sì, ma verso dove?” era una delle frasi preferite di Padre Pino Puglisi. Verso dove vogliamo che vada la nostra vita? Qual è il senso dell’esistenza?
“Ognuno di noi – diceva – sente dentro di sé una inclinazione, un carisma. Un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione, è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita”. Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, – concludeva “3P” – il nostro progetto d’amore. Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati. Si riparte ogni volta. “Venti, sessanta, cento anni…la vita. A che serve se sbagliamo direzione? Portare speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio posto, anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo”.
L’Istituto di Gestalt HCC Italy che propone un modello e una formazione fondati sul valore della relazione, sull’importanza di un presente che dia un senso ad una progettualità e direzione futura, impegnato a promuovere nel territorio i valori di un’apertura individuata e creativa alla società, è particolarmente vicino ad un evento che celebra tutto questo.
La sede di Palermo vuole condividere oggi il vissuto di orgoglio e di fierezza nell’appartenere ad una città piena di contraddizioni e problematiche ma feconda in coraggio e possibilità di bellezza.
L’esistenza di Padre Pino Puglisi è per noi sostegno e conforto nel portare avanti la nostra tensione inesausta alla promozione del dialogo e dell’accoglienza come promotori di consapevolezza esistenziale e di crescita.
GRAZIE  “3P”!
                                                                                                                 Teresa Borino

 

L’amore per il lavoro si costruisce dalle prime relazioni, dalla fiducia che gli adulti riescono a trasmettere al bambino quando si muove nel mondo trascendendo se stesso, superando le paure per seguire il pensiero coraggioso che lo fa andare verso l’ignoto.

Margherita Spagnuolo Lobb

 

Convegno "Società e traumi infantili. Ricerca e psicoterapia della Gestalt" con il Prof. Vittorio Gallese – Siracusa 7-8 giugno 2013

I’Istituto di Gestalt HCC Italy ha dedicato il tradizionale convegno in occasione delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa alla riflessione sul rapporto che la società ha oggi con i bambini, e sul loro bisogno di percepirsi una parte costitutiva e importante della comunità sociale.

Per informazioni e iscrizioni clicca qui

Buon 25 Aprile

Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono a Milano e Torino, dando il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
La Festa della Liberazione è il simbolo della fine della dittatura e l’inizio di un percorso che condurrà alla costituzione della Repubblica.
Qualche anno dopo, dalle idee di democrazia e libertà, nasce la Costituzione Italiana.
Davanti al sentimento di confusione e annichilimento di questi giorni di crisi, è importante orientarsi su quale potrebbe essere oggi la nostra liberazione, per sapere cosa vogliamo, non solo dentro noi stessi, ma mentre guardiamo negli occhi, attivando la nostra sensibilità, chi soffre e chi è disperato.
Essere impotenti non significa essere privi di speranza. L’impotenza è difatti la condizione che ci permette di scoprire cose nuove, proprio perché siamo spinti oltre i nostri livelli di auto-sostentamento e invitati nell’incerto e nello sconosciuto, che è l’unico luogo in cui è possibile il cambiamento. Il cambiamento avviene quando si va oltre il massimo livello di auto-sostentamento: qualcosa che richiede una fiducia basilare nel processo.
Per cambiare il senso di impotenza in azione creativa occorre fare il passo sorretti dal proprio sentire, a volte senza sapere esattamente dove si va, senza controllare egotisticamente dove va a finire la nostra azione. Per avere speranza, occorre avere fiducia in ciò che è, e dunque potere superare l’egotismo (“so tutto di me e del mondo, nulla mi sorprende”).
Questo concetto di speranza prevede il passaggio dal dolore alla bellezza, quel coraggio di gettarsi nel movimento verso il mondo, nel rischio di continuare il passo nonostante le paure e le difficoltà.
Perché la Resistenza abbia ancora oggi un senso,
perché i partigiani non abbiano lottato e siano morti invano,
perché la Repubblica e la Costituzione non diventino dei dogmi di fede ma costituiscano ancora oggi la base sulla quale fondare e vivere la nostra identità di cittadini italiani,
impariamo a vivere con gli altri non per essere riconosciuti nelle nostre ragioni, ma per fare il passo nel vuoto che consente di trascendere noi stessi, per occuparci di quella meravigliosa “parentesi” che è il non sé. Impariamo a dare sostegno al senso di sé di chi vive momenti di disperazione, a ricostruire la trama della sua vita, impariamo a riconoscerci nella nostra sensibilità innanzitutto emotiva e fisiologica (prima che ideologica) che ci fa sentire cittadini di un luogo.
E attenzione: se il riconoscimento del dolore avviene sottolineando il bisogno di dipendenza di chi soffre, allora diventa seduzione. Se il riconoscimento, al contrario, avviene sostenendo la tensione creativa, la voglia di esserci con le proprie differenze, possiamo dire che quel riconoscimento diventa terapia, o semplicemente senso di umanità.

Margherita Spagnuolo Lobb

Expert meeting sulla conoscenza e competenza nella ricerca in psicoterapia FIAP CNSP SIPSIC – Roma, Facoltà di Medicina e Psicologia, 19 febbraio 2012


Si è svolto a Roma il 19 febbraio scorso l’expert meeting organizzato da FIAP, CNSP e SIPSIC. Lo scopo è stato quello di fornire al clinico un contatto con esperti della ricerca in psicoterapia, e di sensibilizzarlo a questa competenza presentando dei modelli operativi accessibili, sia qualitativi che quantitativi.
Rivolto ad un gruppo di docenti e tutor coinvolti in progetti di ricerca, il meeting si è articolato in una open lecture di Robert Elliott e in un workshop con un gruppo ristretto.
Il meeting è stato organizzato da Gianni Francesetti, Presidente FIAP nonché didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Era presente anche il Direttore dell’Istituto Margherita Spagnuolo Lobb e i seguenti didatti e collaboratori: Michele Cannavò, Roberta La Rosa, Elena Guerri, Silvia Tosi, Alessia Tedesco, Anna Giacobbe, Monica Bronzini e Marcella Martucci.
Un secondo incontro con vari esperti della ricerca si svolgerà l’8 e il 9 aprile, con una modalità di lavoro di tipo teorico ed esperienziale, in modo da favorire sia il trasferimento di informazioni, sia lo scambio e la discussione partecipata attraverso il lavoro in gruppi.