Aspettando il meeting – La nostra didattica tra processo e teoria – Catania 25/28 Luglio 2013

Il clima che lo staff didattico e la scuola nel suo insieme trasmettono è fondamentale per garantire un insegnamento del modello coerente con i principi epistemologici che lo costituiscono. Esso rappresenta l’anima della Scuola. Non è il singolo didatta, né il direttore che fanno una Scuola: è la comunità dei didatti a dover creare il ground di sicurezze su cui l’allievo può poggiare, per nutrirsi della teoria e affidarsi tanto da mettere in discussione profondamente il proprio essere-con.
Gli incontri della comunità dei didatti diventano lo strumento fondamentale per fare evolvere il ground da cui emerge la figura del loro insegnamento.
Per una Scuola di psicoterapia è importante avere delle teorie buone e concrete, ma è anche importante imparare che la teoria è un gioco e che noi possiamo giocare con altri in uno spazio in cui restiamo noi stessi, ma aperti alla possibilità di imparare.

Margherita Spagnuolo Lobb

Pubblicazione di due articoli di Margherita Spagnuolo Lobb in memoria di Daniel Stern

Il dialogo e il confronto che l’istituto di Gestalt HCC Italy ha sviluppato nel corso degli anni con il Prof Daniel Stern ha portato a riflessioni condivise nel mondo della psicoterapia, dopo la sua morte.
Annunciamo la pubblicazione di due articoli di Margherita Spagnuolo Lobb in memoria di Daniel Stern.
1) Il British Gestalt Journal 2013, Vol. 22, No. 1, 5–14 ha pubblicato un articolo che ripercorre l’evoluzione del pensiero di Stern, ponendo in evidenza le connessioni con la teoria della psicoterapia della Gestalt.

2) Il Gestalt Review 2013, vol. 17: 1, 100-106, ha pubblicato una riflessione della Spagnuolo Lobb sul rapporto dello studioso con l’Istituto di Gestalt HCC Italy e con la psicoterapia della Gestalt in genere.

 
Entrambi gli articoli, nati dallo sfondo condiviso di stima, tensione al dialogo e amicizia tra i due studiosi, sono un riconoscimento di Spagnuolo Lobb al genio e all’umanità di Stern.
L’Istituto di Gestalt HCC Italy, pur basandosi su un modello epistemologico ben radicato nella fenomenologia della relazione, è aperto agli studi contemporanei, italiani e internazionali, più significativi, nella convinzione che gli allievi debbano poterne fare esperienza nell’ottica di riferimento della scuola.

In contatto con le radici

Vorrei riflettere sul senso di essere siciliani oggi, sull’impegno e il coraggio di siciliani come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Peppino Impastato e alla rilettura critica che hanno fatto della mafia. Nei confronti di questo fenomeno sociale così grave, la tentazione è quella di fuggire, rimanere in silenzio, non voler percepire il dolore che ci procura, anche solo in termini di dignità e di appartenenza alla cultura siciliana.
Cosa fare noi, come psicoterapeuti ed in particolare psicoterapeuti siciliani? Il nostro, spesso, non è un tempo veloce ed immediato, i cambiamenti che desiderano i pazienti e la società richiedono maggiore lentezza, ma d’altro canto questo implica spazi di intervento ampi, alle radici della mentalità mafiosa, nel profondo rapporto tra genitori e figli o tra utenti e strutture. Ecco perché mi piace riflettere, oggi, sul senso del fare psicoterapia come spazio e augurio per la capacità di ascolto e di accoglienza dell’altro, senza intrusioni o inganni. Un entrare in contatto tra le persone e la loro terra, in cui la cura non coincide con l’avere potere su qualcuno.

                                                     Marilena Senatore

Psicoterapia della Gestalt e neuroscienze – a cura di Piero Cavaleri

Siamo lieti e orgogliosi di annunciare la pubblicazione del libro

Psicoterapia della Gestalt e neuroscienze

Dall’isomorfismo alla simulazione incarnata

A cura di Pietro Andrea Cavaleri

Prefazione di Vittorio Gallese

 
 
Il libro è curato da Pietro Andrea  Cavaleri, psicologo, psicoterapeuta, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, ed è introdotto dal Prof. Vittorio Gallese, neuroscienziato del gruppo dell’Università di Parma che ha scoperto i neuroni specchio.
Cavaleri ,con la sua passione per la ricerca e per la psicoterapia della Gestalt, crea un ponte importante tra la psicoterapia della Gestalt e  la psicologia della Gestalt attraverso le neuroscienze.
Le recenti ricerche di neuroscienze incarnano infatti la possibilità di sviluppare le nostre radici fenomenologiche e gestaltiche.
 
Di seguito riportiamo i titoli dei capitoli che compongono il libro:
1. Dalle parti degli infedeli. Per un dialogo fra saperi diversi, di Pietro A. Cavaleri
2. L’esperienza percettiva. Una passione condivisa, di Pietro A. Cavaleri
3. Il campo organismo-ambiente. Da Lewin a Perls, di Floriana Romano
4. Isomorfismo: un ponte concettuale tra psicoterapia della Gestalt, psicologia della Gestalt e neuroscienze, di Margherita Spagnuolo Lobb
5. Empatia incarnata. Tra psicoterapia della Gestalt e neuroscienze, di Valeria Rubino
6. Concentrazione gestaltica, mindfulness e processi integrativi del cervello, di Mercurio Albino Macaluso
7. Le funzioni del sé, il loro substrato neurofisiologico e le interruzioni di contatto. Alcune possibili ipotesi, di Simona Botto
8. Neuroscrittura e processi terapeutici, di Giuseppe Sampognaro
9. Fenomenologia dell’evento traumatico nella psicoterapia della Gestalt, di Antonio Roberto Cascio
10. Autismo: diversità percettiva e riconoscimento delle emozioni al confine di contatto tra organismo e ambiente, di Antonio Narzisi e Filippo Muratori

11. Il sistema mirror nell’esordio psicotico, di Maria Salvina Signorelli

Il libro è disponibile presso le sedi dell’Istituto, e può essere ordinato anche via internet scrivendo a info@gestalt.it

Meeting dei didatti e allievi didatti dell’Istituto di Gestalt HCC Italy – La nostra didattica tra processo e teoria

L’Istituto HCC Italy organizza, dal 25 al 28 luglio a Catania, il tradizionale convegno annuale riservato allo staff didattico e clinico.
Didatti, allievi didatti e collaboratori si riuniranno per una riflessione e un aggiornamento sulla teoria e sul metodo relativamente alla Scuola di Specializzazione, al Centro Clinico, alle pubblicazioni, ai corsi internazionali.
Buon lavoro dalla redazione del blog a questo gruppo in continuo movimento, impegnato a trasmettere agli allievi una psicoterapia attenta a cogliere e a dare risposte ai bisogni formativi emergenti.
 
La formazione è un processo in continua evoluzione anche per i didatti, che sono chiamati a confrontarsi periodicamente sulle evoluzioni del modello ma anche sulle evoluzioni della società e su possibili “risposte” a problemi clinici. In tutto questo, certamente, la crescita personale del didatta e il suo rapporto con il gruppo dei colleghi e con la Scuola è fondamentale.
(…) Ogni docente porta nel gruppo la propria singolarità e competenza specifica, sia a livello tecnico che personale, che, passando per il fuoco del confronto, si potranno armonizzare con le altre singolarità, creando la forza di un gruppo che genera appartenenza e creatività.
(…) La formazione è un now-for-next anche per il gruppo di didatti, che è sempre una comunità di insegnamento/apprendimento.

Margherita Spagnuolo Lobb

 

Seminari gratuiti "In contatto…con la Gestalt" – La pace come adattamento creativo – Dott.ssa Marisa Smiraglia

Il 20 giugno si è svolto a Palermo il seminario del ciclo “In contatto con la Gestalt” dal titolo La pace come adattamento creativo.
La dott.ssa M. Smiraglia con rigore teorico e competenza clinica ha illustrato ad un gruppo numeroso e fecondo di domande e curiosità quali sono i possibili itinerari da percorrere nella co-costruzione del benessere e della pace. Quali le possibili strategie per promuovere esperienze di contatti “sani e nutrienti”.
Nello scenario contemporaneo la pace si costituisce come adattamento creativo, come possibilità, cioè, di continua costruzione, di confronto e dialogo, ma assumendo sempre  profondo rispetto ed estrema comprensione per quanto già esistente. Pace come adattamento creativo tra il nuovo che affascina ma che non ci sovrasta, ed esistente che ci dà stabilità e appartenenza. Una pace gestaltica accoglie la pluralità, si confronta con forza ed energia, ama la diversità, di cui si nutre e cresce e poi, nella fase diastematica, assimila tutto il buono ma soprattutto il diverso.
La pace gestaltica è profondo amore per la sapiente natura, per la musica dell’universo, per il limite e la sofferenza umana. La pace gestaltica è esaltazione della forza e dell’energia dell’organismo ma anche accoglienza della fragilità. La pace gestaltica è quel senso di meraviglia e stupore per ogni esistenza.

                                                                                                         Marisa Smiraglia

Il 27 giugno 1994 moriva Isadore From, a New York

Isadore era uno dei fondatori della psicoterapia della Gestalt.  Assieme a Fritz e Laura Perls era parte integrante del gruppo che aveva dato vita negli anni Cinquanta a questo modello psicoterapico, la cui nascita era stata sancita dalla pubblicazione del libro di Perls, Hefferline e Goodman, Gestalt Therapy (1951).
Paziente prima di Fritz e poi di Laura Perls (cfr. From I.1987. Storia Orale della Psicoterapia della Gestalt – parte II. Conversazione con Isadore From, a cura di E. Rosenfeld, in: Quaderni di Gestalt, vol. 3, n. 5, pp. 11-35), già Presidente del New York Institute for Gestalt Therapy, ha contribuito significativamente alla diffusione del nostro approccio sia negli Stati Uniti che in Europa. La sua morte ha rappresentato la fine di un’era per la psicoterapia della Gestalt, un capitolo che comprende quasi mezzo secolo.
Il suo insegnamento è stato fondamentale per il nostro Istituto: ci ha donato la conoscenza del libro fondante (Perls, Hefferline e Goodman, 1951), il cui stile erudito e ostico divideva in quegli anni il mondo degli psicoterapeuti della Gestalt. Ci ha donato soprattutto il suo modello relazionale, il suo sguardo al campo fenomenologico co-creato tra paziente e terapeuta, rivisitando in chiave moderna i più importanti concetti psicoanalitici, dando dignità e radici teoriche alle intuizioni gestaltiche, al suo stile creativo, e al now-for-next che sosteniamo nel paziente.
Per me è stato il maestro, non perché sia stato l’unico a insegnarmi il modello, ma perché è stato il mio psicoterapeuta. Lo ringrazio ancora per avermi restituito tutto ciò che gli ho consegnato con onestà, profondità di senso, apertura al futuro. Ricordo ancora con tenerezza la battuta con cui si giustificava sorridendo con altri che lamentavano il fatto che accettasse eccezionalmente i miei inviti quando era già in pensione: “A Margherita non riesco a dire di no”. Come didatta, autrice di testi sulla psicoterapia della Gestalt, psicoterapeuta attiva nel campo del riconoscimento politico della psicoterapia, lo ringrazierò sempre per continuare ad essere un faro luminoso a cui guardare.

Margherita Spagnuolo Lobb

Riportiamo qui alcuni brani del numero dei Quaderni dedicato a lui dopo la sua morte.
È possibile richiedere il numero scrivendo a info@gestalt.it oppure ordinandolo in questa pagina del sito.
Quaderni di Gestalt
Quaderni di Gestalt18/19, 1994.
Da figlia a madre di M. Spagnuolo pp.43-44
(…) Vorrei dire che Isadore mi ha trasmesso quei contenuti chiari, basilari, scarnificati da qualsiasi sovrastruttura che potesse condurre ad un godimento intellettuale, che con purezza spartana costituivano il suo bagaglio di didatta di psicoterapia della Gestalt. Però Isadore mi ha dato anche l’esperienza di un modello estremamente efficace di trasmissione di tali contenuti. La sua teoria non era mai solo teoria: era teoria e al tempo stesso esperienza della teoria. Non solo quando lavoravo con lui, ma anche ogni volta che gli parlavo, sembrava che tutto in lui fosse respiro vibrante (e per me boccata d’ossigeno) di psicoterapia della Gestalt. (…). Penso che questo modo di trasmettere una teoria, in cui l’effettiva relazione tra docente e discente – il qui ed ora- costituisce il corrispettivo esperienziale degli enunciati teorici, sia il più efficace.
 La razionalità della poesia di Ruggero Bianchi p.61
(…) da lui ho appreso a citare sovente due versi di Robert Browning: “cresciamo insieme, il meglio deve ancora venire”.
Il verbo che parlava. La Gestalt ormai tace di N. K. Salathè p.69
Unità, rigore e sobrietà nel pensiero, serietà e disciplina nell’insegnamento: questo fu il contributo senza pari di Isadore From all’elaborazione del corpus della psicoterapia della Gestalt e alla formazione di esperti competenti e coscienziosi.
Da Riflessioni elegiache su Isadore From di Michael Vincent Miller pp.73-79
Questa diretta alternanza di osservazione ed esperienza era il senso primario, secondo Isadore, del momento presente nella psicoterapia della Gestalt. Traendo i suoi esempi da frammenti di evidenza tangibile, le sue interpretazioni o i suoi interventi – i suoi esperimenti, come li chiamava – finivano spesso per essere sintesi e voli poetici. La sua fondamentale fonte di ispirazione era tuttavia e soprattutto ciò che si presenta immediatamente e che, proprio per questo, è facilmente trascurato, l’ovvio per così dire.
Isadore From restò un purista della Psicoterapia della Gestalt e, a questo riguardo, una voce conservatrice (nel senso di conservare, non nel senso politico della parola) tra i più importanti insegnanti e terapeuti. In anni recenti, aveva continuamente ammonito contro le contaminazioni che la psicoterapia della Gestalt subisce ad opera di correnti trasversali e influssi…
Tra i doni che Isadore From ha lasciato in eredità alla psicoterapia della Gestalt c’è il senso della grande ricchezza delle sue radici così come la dimostrazione che la sua teoria e la pratica formano un insieme sufficiente e coerente.
 

News dal seminario "La gestione psicologica degli eventi critici. Psicologia dell’emergenza secondo il modello gestaltico" – Siracusa 15/16 Giugno 2013

Si è svolto a Siracusa il 15 e il 16 giugno il corso professionalizzante “La gestione psicologica degli eventi critici. Psicologia dell’Emergenza secondo il modello gestaltico” condotto dal dott. Antonio Roberto Cascio. Il workshop, che ha registrato il pieno dei partecipanti, ha proposto la specificità che la psicoterapia della Gestalt possiede nel campo dell’emergenza, dando strumenti di lettura e di intervento psicologico in caso di incidente critico nella vita personale o professionale.
Eventi critici improvvisi di qualsiasi origine costituiscono un dato esistenziale con il quale l’essere umano è chiamato a confrontarsi più volte nell’arco della vita. Queste esperienze modificano il modo in cui gli individui rappresentano il mondo, pensano le relazioni, o anche i criteri etici.
A questo punto è fondamentale che si attivino le capacità di resilienza dell’essere umano ed il mantenimento, che come specie vivente gli appartiene, della sua forte vocazione verso il futuro, verso il passo successivo. In contrasto con la possibilità di restare distrutti dall’essersi confrontati con qualcosa di molto grave e pericoloso, si possono invece sviluppare risorse insperate: il contatto con gli uomini e con l’ambiente può diventare più maturo, meno ingenuo, più autentico, in quanto si è preso atto di quella condizione di emergenza sulla quale, per il fatto stesso di esistere, si è costantemente “affacciati”. L’evento critico, a questo punto, può trovare un senso, un posto nelle tappe dello sviluppo e della crescita psicologica.

Iniziare a trovare forma e senso dopo averne sperimentato il contrario: come la Gestalt sostiene l’emergenza.

                                                                                              Antonio Cascio

La vita e la morte che s’intrecciano in un’armonica danza, dove nell’immaginario della relazione tra l’io e il tu andato, nasce un contatto artistico sensorialmente raffinato.
Respirando la vita ho scritto: “Morire saziato di vita morire e chiudere con dignità.
Vivere per poi morire piacevolmente di aver vissuto
Quante volte si muore al giorno
Solo nei sogni infantili puoi provare il piacere magico
e morire di ricordi”.
Continuo a pensare che la cultura della relazione, sia un toccasana.
Ringrazio Antonio, il didatta, così tranquillo e caldo, un affettuoso abbraccio a tutto il gruppo.

Paola D’Apice

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Convegno di studio: Lo sviluppo polifonico dei domini. Processi evolutivi: psicoterapia della Gestalt in dialogo – Milano 13/14 settembre 2013 – Università Cattolica

L’Istituto di Gestalt HCC Italy organizza il convegno di studio con crediti ECM

Lo sviluppo polifonico dei domini

Processi evolutivi: psicoterapia della Gestalt in dialogo

13-14 settembre 2013, ore 9.30-18.30

Università Cattolica, Via Nirone 15, Aula N110, Milano


Qui di seguito uno stralcio del pensiero sullo sviluppo polifonico dei domini di Margherita Spagnuolo Lobb pubblicato in:

Sezione pubblicazioni
Ritengo che nel loro lavoro clinico i terapeuti della Gestalt abbiano bisogno di una mente estetica somato-evolutiva, più che di una mappa epigenetica o di uno schema di tappe evolutive. (,,,)  Per orientare la nostra diagnosi e il nostro intervento, dobbiamo rintracciare nel corpo e nelle parole del paziente l’evoluzione delle sue capacità di contatto e il loro attuale intreccio; per comprendere quanta freschezza e vitalità contengano, non abbiamo bisogno di riferirci a degli stadi maturativi.
(…) Il concetto di dominio (usato inizialmente da Gardner, 1985, nei suoi studi rivoluzionari sullo sviluppo dell’intelligenza) è in linea con l’idea di una complessità nello sviluppo.
(…)Il dominio può essere definito in psicoterapia della Gestalt come un’area di processi e competenze per il contatto, che appartiene allo sfondo dell’esperienza, e che è pronto a diventare figura in certi momenti, e ad interagire con altre capacità, o domini.
(…)Il concetto di dominio si riferisce a competenze chiaramente differenziate, che hanno uno sviluppo proprio durante tutto l’arco della vita, e che interagiscono reciprocamente dando origine all’armonia.
(…)Sviluppo polifonico dei domini è il termine che ho creato per indicare la complessità che anima il fare contatto nel presente, attraverso il sostegno di diverse competenze, armonizzate tra loro.
(…)Un modo possibile di guardare allo sviluppo del paziente nel qui e ora della seduta, allo scopo di sostenere quell’eccitazione per il contatto che ha perduto la propria spontaneità nel corso dello sviluppo.