Lo sviluppo polifonico dei domini

Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt

-Margherita Spagnuolo Lobb.

Rispondendo alla domanda “quale prospettiva sullo sviluppo è coerente con i principi della psicoterapia della Gestalt e dunque utilizzabile a livello clinico dai gestaltisti?”, l’autrice afferma che ciò che serve al clinico non è tanto una teoria dello sviluppo in sé, ma una “mente evolutiva”, ossia una mappa per comprendere come il passato si rivela nel presente, che possa aiutarlo a intuire sia l’evoluzione delle modalità di contatto del paziente che il suo movimento interrotto, l’intenzionalità di contatto bloccata che chiede di essere liberata nel presente. Presenta dunque un modello per osservare come le risorse del paziente sono ancora disponibili nella relazione o sono dormienti.

La chiave concettuale di questo lavoro è lo sviluppo polifonico di domini, che l’autrice propone come una prospettiva epistemologicamente coerente di guardare, nel qui e ora della seduta, allo sviluppo del paziente, come una funzione del campo fenomenologico, allo scopo di sostenere l’eccitazione per il contatto che ha perduto la sua spontaneità, nel quadro di riferimento della domanda di terapia del paziente. Descrive i domini gestaltici, le loro caratteristiche e i rischi che implicano nel caso di un confine di contatto desensibilizzato.

Sebbene la psicoterapia della Gestalt sia nata proprio da un’idea innovativa rispetto alla teoria freudiana dello sviluppo (la ben nota fase dell’aggressione dentale, Perls, 1942), i suoi seguaci si sono tenuti distanti da una concettualizzazione dei processi evolutivi, almeno fino agli anni ’80, momento in cui tutte le correnti psicoterapeutiche si sono rivolte alla relazione e alla cura dei pazienti gravi. A quel punto, la critica all’approccio evolutivo sostenuta dagli psicoterapeuti della Gestalt – secondo cui guardare allo sviluppo del paziente era una distrazione dalla freschezza della relazione nel qui ed ora – fu sostituita dalla ricerca di una teoria evolutiva che fosse in linea con i principi epistemologici della psicoterapia della Gestalt.

In questo articolo intendo proporre una prospettiva gestaltica sullo sviluppo (più che una teoria evolutiva) che consenta al terapeuta di rimanere nella freschezza del contatto presente con il paziente, e di considerare nel proprio lavoro la profondità che emerge dalla “superficie” del loro incontro. Attingendo alle teorie evolutive contemporanee, descriverò il concetto di dominio come un ambito esperienziale che include alcune capacità di contatto. (…)

1. Un esempio di prospettiva gestaltica sullo sviluppo

Secondo la terapia della Gestalt, l’individuo contatta l’ambiente utilizzando le forme di sostegno fisiologico specifico di cui dispone. Queste sono parte della sua esperienza e sono necessarie per l’autoregolazione spontanea del suo essere-con. Ecco un esempio. Un bambino vomita la mattina quando deve andare a scuola; i genitori, già stressati perché faranno tardi al lavoro, lo rimproverano; il bambino si sente umiliato. Nella sua esperienza, vomitare rappresenta un sostegno fisiologico che gli consente di scaricare una tensione. Se si sente accettato dai genitori, con la sua angoscia e la sua confusione emotiva, sarà in grado di attingere al sostegno fisiologico che ne deriva. Tornerò nel corso dell’articolo a questo esempio.

L’attenzione al corpo che caratterizza il metodo gestaltico segna un passaggio importante per tutta la psicoterapia: da un concetto di profondità riferito a localizzazioni psichiche, ad una profondità intesa come incarnazione della relazione (Spagnuolo Lobb, 2005). Se per Reich il corpo era il luogo della repressione dei conflitti, e per Perls il mezzo privilegiato di espressione di un’esperienza olistica ed esistenziale, per gli autori gestaltici contemporanei (in particolare Kepner, 1993; Frank, 2001; Clemmens et al., 2008; Clemmens, 2011) il corpo è l’organo di contatto per eccellenza, che comprende tanto la memoria dei contatti passati, quanto la creazione di quelli presenti. Il linguaggio gestaltico dell’esperienza di contatto riformula la prospettiva psicodinamica nel codice fenomenologico dell’esperienza nel qui ed ora.

(…)

L’articolo tratta i seguenti temi:

2. La questione della teoria evolutiva in psicoterapia della Gestalt

3. La presenza concreta del paziente tra figura e sfondo

4. Le mappa gestaltica dello sviluppo polifonico dei domini in un campo

5. L’organizzazione gestaltica dello sviluppo polifonico dei domini

6. La prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt nell’evi- denza clinica

7. Un ricordo personale

Tratto da Quaderni di Gestalt, vol. XXII, 2009-2, Psicoterapia della Gestalt e psicoanalisi
Rivista semestrale di psicoterapia della Gestalt edita da Franco Angeli

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