Quale Europa vogliamo?

Come augurarci buone vacanze, in questo anno testimone di cambiamenti epocali e bisognoso di valori altrettanto forti da riuscire a orientarci?
L’esodo a cui assistiamo dei popoli migranti dall’Africa sud sahariana e da altri Paesi dell’Est, la crisi europea dell’euro con la problematica della Grecia, la mancanza di lavoro nel nostro Paese che porta tanti giovani a cercarlo all’estero, l’inefficacia della cura e della manutenzione istituzionale delle strutture di prima necessità, dagli ospedali alle scuole, alle autostrade che crollano… ce n’è abbastanza per farci perdere il senso di sicurezza nella nostra quotidianità.
Eppure, proprio in questo momento di incertezza possiamo prendere decisioni importanti sul piano dei valori sociali.
[…] Ci chiediamo dunque: “Che senso ha essere europei oggi?” La moneta unica ci ha permesso di circolare liberamente tra gli Stati europei, ma si basa solo su accordi economici tra Stati. Questi accordi possono dare il senso di identità europeo? Pare di no, e finché non si affronta in Europa il problema del senso di identità, probabilmente i problemi economici di alcuni Stati non si risolveranno. […] Essere Europa unita significa identificarsi con l’essere europei e con i problemi di tutti gli europei. Essere europei vuol dire essere orgogliosi del fatto che in Germania c’è un tasso di disoccupazione bassissimo, che i giovani di quella nazione possono dormire sonni tranquilli quando decidono di mettere su famiglia, ma significa anche potere avere fiducia che il fratello tedesco o francese ci aiuterà se siamo in difficoltà.
L’individualismo che oggi è alla base della nostra Europa non è molto lontano dall’individualismo che fa crollare i ponti delle autostrade… pur nella diversità di valori sociali ed etici, in ambedue i casi si cerca una soluzione senza aprirsi al respiro dell’altro.
Abbiamo bisogno di trovare un orientamento sicuro dentro di noi: che cittadini europei vogliamo essere? Su quali valori vogliamo che si fondi la nostra Europa? Sui valori dell’efficienza (tutti bravi e rispettosi dell’altro), o sui valori dell’apertura umana (tutti fratelli, consapevoli che il malessere dell’altro ricade sui nostri figli)?
da ESSERE NEL TEMPO
(Rubrica quindicinale a cura di Margherita Spagnuolo Lobb)
Settimanale “Cammino”