NOW FOR NEXT IN COUPLES AND FAMILY GESTALT THERAPY

Siracusa,23-27 Giugno 2019

Incontrarsi a Siracusa per lavorare sulle coppie e sulle famiglie. Questo il tema dedicato a questi giorni. Diciotto partecipanti, un numero che include anche la direttrice del Caucas Institute of Gestalt Therapy and Family Psychotherapy, Sofia Verulašvili, che ha fortemente voluto questo incontro, ed una traduttrice, anch’essa terapeuta della Gestalt, che ci consente di mettere in relazione lingue differenti e amalgamare corpi. Il gruppo è condotto da Margherita Spagnuolo Lobb.

Quando ci si incontra per lavorare su questo tema il confine tra personale e professionale è più sottile del solito. Un gruppo desideroso di narrare le proprie storie personali, incuriosito dalla teoria e affamato di relazione. Scatta immediatamente la gara per creare “THE LIST” un elenco di nomi in cui i lavori personali sembrano essere la più grande ambizione per ciascuno di loro. 
Ogni lavoro personale crea progressivamente il ground del gruppo. Guardare alle proprie ferite commuove e sancisce nuove consapevolezza da assimilare nella propria storia. Da bimbi feriti e sperduti si ci trasforma in adulti desiderosi di riscrivere parti della propria storia, sia essa personale, di coppia o familiare, e diventare terapeuti ancora più forti per offrire ai propri pazienti quella compassione necessaria a rimarginare le ferite.
È forte il desiderio di non lasciare andare l’intimità vissuta. Ogni momento del gruppo è accompagnato da foto e video dei momenti salienti quasi come a dire : “Io c’ero, Io l’ho vissuto, Io ero con”.
Guardiamo ed attraversiamo la teoria sulle coppie e sulle famiglie secondo il modello Spagnuolo Lobb. Tante le domande per capire sino in fondo e alto il coinvolgimento nelle esperienze in piccoli gruppi per masticare il modello.
Una cena trascorsa insieme a base di SEAFOOD; il cibo compensa ogni differenza residua. Una tavola dove parliamo tre lingue diverse, russo, inglese ed italiano, e dove ciascuno traduce per chi non può comprendere sino infondo. 
Ci diciamo good bye, con un senso di gratitudine ed incredulità negli occhi, come se il viaggio vissuto durante questi giorni fosse ancora un sogno. Sembra più facile capirsi seppur con lingue diverse. La possibilità di guardarsi negli occhi, adesso, ci fa riconoscere come più simili di quanto si fosse immaginato all’inizio del percorso. Non c’è nulla che la relazione umana, basata su un reciproco riconoscimento, non possa trasformare.
Fabiola Maggio