Rome, Sapienza University, May 9–10, 2025
Recensione di Tetiana Savytska
Il 9 e 10 maggio 2025, presso l’Università Sapienza di Roma, si è tenuto un convegno internazionale dedicato al contributo di Daniel Stern alla comprensione contemporanea dell’intersoggettività. Il convegno è stato organizzato dai professori Massimo Ammaniti e Anna Maria Speranza. Per due giorni, specialisti di spicco provenienti da diversi ambiti – psicologia dello sviluppo, neuroscienze e psicoterapia – hanno condiviso le loro ricerche, gli approcci clinici e le intuizioni teoriche che proseguono e approfondiscono il lavoro di Daniel Stern. La conferenza è diventata un terreno di incontro tra scuole scientifiche, esperienze cliniche e riflessioni filosofiche sulla natura relazionale dello sviluppo umano.
Questa rassegna copre le presentazioni del primo giorno della conferenza, incentrate sull’intersoggettività nel contesto dello sviluppo precoce, sull’interazione incarnata, sulle relazioni triadiche e sulle applicazioni cliniche delle idee di Stern.
Massimo Ammaniti, Cristina Trentini: “I percorsi dell’intersoggettività nell’infanzia”
La presentazione di Massimo Ammaniti (Sapienza Università di Roma) e Cristina Trentini (Sapienza Università di Roma) ha esplorato lo sviluppo dell’intersoggettività dal periodo prenatale ai primi anni di vita del bambino. Gli autori hanno tracciato le origini filosofiche dei concetti di empatia e intersoggettività (Husserl, Heidegger, Merleau-Ponty) e hanno mostrato come l’interazione tra madre e feto – attraverso il ritmo cardiaco, la voce e il movimento – ponga le basi per una risonanza emotiva e incarnata. Gli studi neuroscientifici (fMRI, EEG, neuroni specchio) dimostrano che anche i neonati sono capaci di imitazione primordiale, riconoscimento reciproco e sviluppo di forme primarie di comunicazione. Con il tempo, queste interazioni diventano più complesse, dando origine a relazioni triadiche (madre-padre-bambino) e favorendo la capacità di mentalizzazione, l’attenzione congiunta e la consapevolezza degli altri come soggetti con intenzioni proprie. In questo modo, l’intersoggettività appare come un campo corporeo, emotivo e cognitivo che si forma nel contatto profondo con l’altro e che è alla base della vita sociale e delle relazioni successive.
Loredana Lucarelli, Laura Vismara: “Relazionalità emergente e regolazione del Sé nell’esperienza della nutrizione e nei disturbi dell’alimentazione nell’infanzia”
La presentazione di Loredana Lucarelli (Università di Cagliari) e Laura Vismara (Università di Cagliari) ha affrontato l’alimentazione precoce come spazio relazionale fondante. Rifacendosi alla teoria di Stern e alla sua nozione di intersoggettività come essere-con-l’altro, le autrici hanno mostrato come il ritmo, la regolazione dello stato e la sintonia affettiva emergano in questa esperienza. Sono stati presentati esempi clinici di disturbi dell’alimentazione nel contesto della depressione materna, di mancanza di autenticità nell’interazione e di squilibrio dei ruoli nella diade e nella triade (madre-padre-neonato). Questo approccio combina la fenomenologia dell’interazione con le scoperte empiriche sui disturbi dell’attaccamento, la somatizzazione e i disturbi alimentari nell’infanzia e nella prima infanzia.
Filippo Muratori: “Organizzazione motoria, forme vitali e interazione diadica nell’autismo emergente”
La presentazione di Filippo Muratori (IRCCS Fondazione Stella Maris, Pisa) e del suo gruppo di ricerca si è concentrata sull’identificazione di marcatori precoci di autismo nel primo anno di vita. Rifacendosi al concetto di forme di vitalità di Daniel Stern, l’autore ha esplorato come i disturbi del comportamento motorio, della regolazione degli affetti e della coordinazione sensomotoria incidano sulla capacità di risonanza sociale, imitazione e comunicazione gestuale del neonato. Attraverso la microanalisi delle interazioni genitore-bambino catturate in video e l’uso di strumenti come l’Infant Behavioral Scale, il suo team ha dimostrato che l’esperienza motoria atipica nell’infanzia non è solo un segno neurobiologico ma anche un segnale relazionale.
Élisabeth Fivaz-Depeursinge, Silvia Mazzoni: “Testimonianze in ricordo di Stern”
Élisabeth Fivaz-Depeursinge (Ospedale Universitario di Losanna) non ha potuto partecipare e Silvia Mazzoni (Sapienza Università di Roma) ha rappresentato sia il lavoro di Elisabeth che il proprio. La presentazione è stata dedicata a Daniel Stern, pensatore, collega e ispiratore dell’approccio triadico all’interazione precoce. La relatrice ha raccontato la storia del libro “Il triangolo primario”, il sostegno di Stern alla loro ricerca e come le sue prospettive sulla mutualità e sulle forme di vitalità abbiano reso possibile una nuova visione del sistema familiare, non come una semplice somma di diadi, ma come una struttura triangolare vivente. Al centro del discorso c’era il concetto di intersoggettività collettiva, in cui l’esperienza del neonato si forma nell’interazione simultanea con entrambi i genitori, all’interno di un campo condiviso di presenza, ritmo e risonanza.
Margherita Spagnuolo Lobb: “Dalla conoscenza relazionale implicita alla conoscenza relazionale estetica: il contributo di Stern alla psicoterapia della Gestalt”
La presentazione di Margherita Spagnolo Lobb (Istituto di Gestalt HCC Italy) ha illustrato l’evoluzione della comprensione dell’intersoggettività all’interno dell’approccio gestaltico. Particolare attenzione è stata data al concetto di conoscenza relazionale estetica – la capacità del terapeuta di rimanere presente nel campo relazionale con sensibilità alla vitalità e alle qualità responsive dell’interazione. Ha inoltre presentato il modello dei “passi di danza”, che coglie il movimento dinamico, incarnato e affettivo tra terapeuta e paziente, e che permette al terapeuta di sostenere il dispiegarsi dell’intenzionalità di contatto nel qui e ora della seduta.
Il suo intervento ha offerto una prospettiva clinica specifica nel contesto scientifico e interdisciplinare della conferenza. Ha dimostrato come i concetti sviluppati da Stern – come il ritmo, la sintonia e la vitalità – possano trovare applicazione diretta nel lavoro terapeutico. Attraverso la lente della terapia della Gestalt, queste idee sono state presentate non solo come intuizioni teoriche, ma anche come strumenti per l’osservazione e l’intervento clinico, con un’enfasi sulla spontaneità, la reciprocità e la presenza estetica nella relazione terapeutica.
Tutte le presentazioni hanno contribuito a rendere l’eredità di Stern viva e contemporanea, offrendo strumenti concreti per l’attuazione pratica delle sue idee nella psicoterapia.