Quaderni di Gestalt
2018/1 – volume XXXI
La soggettività e il campo
Indice del numero
EDITORIALE
La soggettività e il campo
di Margherita Spagnuolo Lobb
DIALOGHI
Sfide terapeutiche nel mondo contemporaneo. La psicoterapia della Gestalt fuori dalla campana di vetro.
Conversazione tra Malcolm Parlett e Margherita Spagnuolo Lobb
RELAZIONI
Luoghi comuni. Percezione, campi esperienziali e identità
di Anna Fabbrini
Intenzionalità e spontaneità nell’azione terapeutica gestaltica
di Mercurio Albino Macaluso
STUDI E MODELLI APPLICATIVI
La spiritualità incarnata in psicoterapia della Gestalt
di Silvia Alaimo
GESTALT IN AZIONE
Gestalt Family Therapy in azione
di Margherita Spagnuolo Lobb, Elisabetta Conte
STORIA E IDENTITÀ
Riflessioni sulla relazione figura/sfondo tra terapia della Gestalt e psicoanalisi
di Bernd Bocian
CONGRESSI
La compassione nella relazione terapeutica. La psicoterapia della Gestalt in dialogo (Palermo, 2-3 febbraio 2018)
di Paola Vianello
XIV Psychotherapy Research Conference “Responsiveness and Dialogue in Psychotherapy”(Università di Jyväskylä, Finlandia, 5 marzo 2018)
di Saara Hedlund, Hanna Alen
RECENSIONI
Wollants G. (2012). Gestalt Therapy:Therapy of the Situation
di Rosanna Biasi
Falcone T.(2015). Intercorporeità. Pratica e teoria. Per un terapeuta in formazione continua
di Roberta La Rosa
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Contenuti
La soggettività e il campo
Questo numero dei Quaderni di Gestalt include articoli vari, tutti inediti, collegati tra loro da un fil rouge rappresentato dal tentativo di rispondere a una domanda oggi di grande attualità tra i terapeuti: il fermento di studi contemporanei sull’origine relazionale del sé – anche dal punto di vista neurologico e biologico – come può contribuire a curare la crisi profonda che attanaglia la nostra società?
Senza dubbio, infatti, le nostre relazioni soffrono un disagio nuovo.
I giovani, negli ultimi due/tre anni, hanno modificato non solo il modo di sentire e di sentirsi davanti al mondo, ma anche il modo di muoversi, di respirare. È come se l’impatto con eventi estremamente traumatici avesse intaccato persino la fisiologia dei loro corpi.
Davanti all’ansia incombente, al vissuto sempre più diffuso di non affidabilità del proprio ground corporeo, non occorre avere la “risposta giusta”. È importante piuttosto creare momenti di incontro, che siano memorabili e che forniscano il necessario senso di sicurezza percepito innanzitutto a livello della funzione-es, incarnato e predefinito (cfr. il concetto di neurocezione di Porges, 2014).
Il Dialogo con Malcolm Parlett introduce al tema del cambiamento di cui oggi la psicoterapia necessita, per offrire un valido sostegno a questo tipo di società. Come il collega britannico sostiene, «Tutti noi abbiamo bisogno di percepire il senso di solidità, tenendo ben saldi i piedi sulla terra; abbiamo bisogno della piena capacità di respirare, di percepire, di sentire per entrare in relazione con un altro individuo in maniera significativa» (cfr.Quaderni di Gestalt XXXI, 1, 2018, p.14). Questo dialogo iniziale sottolinea come tale attenzione dello psicoterapeuta alle basi organismiche del sé costituisca oggi una tema etico, e implichi un impegno in linea con lo spirito sensibile alla critica sociale che ha sempre caratterizzato la psicoterapia della Gestalt sin dalla sua fondazione.
Nella sezione Relazioni, Anna Fabbrini entra nel vivo dello sviluppo della soggettività in un’ottica di campo, con un articolo dal titolo “Luoghi comuni. Percezione, campi esperienziali e identità”. L’Autrice definisce l’interesse per il campo come parte del pensiero della complessità, collocandolo in una evoluzione storica e culturale dello studio della soggettività. L’articolo è la rielaborazione di una relazione che l’Autrice ha presentato a Milano, nel novembre 2017, al convegno su “Psicoterapia della Gestalt in dialogo. Dall’individuo, alla relazione, al campo”, organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy. Anna Fabbrini percorre un itinerario ideale dalla percezione all’esperienza che affiora dal campo, al senso di identità, come dono che ogni psicoterapia fa al paziente (e per certi versi anche al terapeuta). Afferma: «In psicoterapia la visione di campo è un modo di guardare ogni fenomeno che affiora», e definisce i campi percettivi centrando bene il contesto teorico a cui la psicoterapia della Gestalt si riferisce. A proposito di differenza tra soggettività e campo, afferma: «Noi siamo capaci di vedere molti mondi e in molti modi […] creando mondi soggettivi e anche realtà non consensuali difficilmente condivisibili che sono di straordinario interesse nei percorsi psicoterapeutici» (cfr. Quaderni di Gestalt XXXI, 1, 2018, p.25).
Nella stessa sezione, Albino Macaluso, didatta senior della sede di Palermo dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, nel suo articolo “Intenzionalità e spontaneità nell’azione terapeutica gestaltica”dimostra come la psicoterapia della Gestalt sia un approccio olistico e integrato, in cui trovano posto sia il lavoro individuale che quello relazionale, sia l’approccio tecnico sia l’incontro spontaneo co-creato. Si tratta di un tentativo inedito di integrare aspetti del lavoro gestaltico sviluppati dalle varie scuole, da quella californiana a quella newyorkese, in un unico contenitore epistemologico. Ci auguriamo che molte scuole, che adesso si percepiscono radicalmente diverse tra loro, possano riconoscersi in questo tentativo di unificazione epistemologica.
Nella sezione Studi e Modelli Applicativi, Silvia Alaimo ci parla della “Spiritualità incarnata in psicoterapia della Gestalt”. Con naturalezza, ci porta al senso profondo della spiritualità umana, che sempre scaturisce dal rapporto con il corpo, luogo in cui spirito e carne si incontrano. L’articolo mette in evidenza come la dimensione trascendentale appartenga alla natura unitaria dell’esperienza umana, e all’incontro fenomenologico con l’altro, differenziando tale prospettiva dall’atteggiamento dicotomico che invece le religioni tendono a mantenere.
Nella sezione Gestalt in Azione, Betti Conte presenta assieme alla sottoscritta una seduta di terapia familiare, spiegando passo dopo passo gli interventi terapeutici e il processo della seduta, che mira a far sì che gli individui della famiglia acquisiscano la spontaneità di esserci con le loro diversità e senso di appartenenza. Un articolo di natura clinica che potrà fornire, sia agli allievi che a coloro che si accostano alla pratica gestaltica, un esempio di come il lavoro gestaltico con le famiglie integri le soggettività nel campo condiviso.
Bernd Bocian conclude la sua rubrica Storia e Identità con l’articolo “Riflessioni sulla relazione figura/sfondo tra terapia della Gestalt e psicoanalisi”, in cui espone la sua lettura storica (che ha animato negli anni i vari articoli della sua rubrica) della psicoterapia della Gestalt come una figura emergente dallo sfondo ricco e complesso della psicoanalisi del tempo. I coniugi Perls hanno sviluppato varie linee evolutive dell’approccio psicoanalitico a cui erano stati formati, cogliendo soprattutto le intuizioni relazionali e corporee nascenti nel mondo psicoanalitico. Ringrazio Bernd, a nome della Redazione e di tutti i lettori dei Quaderni di Gestalt, per avere dato un contributo così significativo alle nostre radici e al senso della nostra storia. Dal XXV volume, del 2012, fino a questo numero, ci ha presentato brani fondamentali e poco conosciuti, rinsaldando, con il suo acume di storico del pensiero psicoanalitico e gestaltico, la nostra identità.
Nella sezione Convegni, Paola Vianello ci racconta il seminario internazionale con Donna Orange “La compassione nella relazione terapeutica. Psicoterapia della Gestalt in dialogo”, svoltosi a Mondello (Palermo) il 2-3 febbraio 2018, organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy. A seguire, le colleghe finlandesi Saara Hedlund e Hanna Alen descrivono la XIV conferenza sulla Ricerca in Psicoterapia dal titolo “Responsiveness and Dialogue in Psychotherapy”, svoltasi presso l’Università di Jyväskylä, Finlandia, il 15 febbraio 2018, in cui la giovane comunità gestaltica finlandese ha voluto essere rappresentata dalla sottoscritta, consolidando così l’amicizia tra i due Istituti.
Nella sezione Recensioni, Rosanna Biasi presenta l’importante libro di Georges Wollants, il collega belga deceduto l’anno scorso, Gestalt Therapy: Therapy of the Situation, un manifesto dell’approccio fenomenologico gestaltico.
Roberta La Rosa infine recensisce il libro della collega romana Terry Falcone, Intercorporeità. Pratica e teoria. Per un terapeuta in formazione continua.
Ogni numero è come una tela che si tesse con i fili che tanti colleghi intrecciano, integrando il loro pensiero con la loro pratica, entrambi incarnati nella società attuale. Con l’augurio che questa trama, che oggi consegniamo ai lettori, possa fungere da buona mappa per la loro pratica di cura quotidiana, e che possa sostenerli a lottare perché siano garantiti ambienti di cura, fisici e sociali, capaci di trasmettere il senso di sicurezza di cui oggi si avverte il vuoto, vi auguro buona lettura!
Siracusa, Giugno 2018
Margherita Spagnuolo Lobb
BIBLIOGRAFIA
Porges S.W. (2014). La Teoria Polivagale: fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione. Roma: Giovanni Fioriti