Quaderni di Gestalt n.2022/2

Quaderni di Gestalt
2022/2 – volume XXXV
La psicoterapia della Gestalt in tempore belli

Indice del numero

EDITORIALE
La psicoterapia della Gestalt in tempore belli
di Margherita Spagnuolo Lobb e Pietro Andrea Cavaleri

DIALOGHI
In tempore belli: etica e clinica nel campo della disumanità
di Inna Didkovska, Natasha Kedrova, Max Mishchenko, Maria Mione, Luca Pino e Giulia Nora Pappalardo

GESTALT IN AZIONE
La tortura nell’inferno libico. L’incontro terapeutico con Ebrima
di Giuseppe Cannella

Nuove prospettive del lavoro terapeutico in tempo di guerra: il campo traumatizzato
di Elisabetta Conte, Marilena Senatore e Olga Movchan

RELAZIONI
Noi siamo i buoni, voi siete i cattivi e dobbiamo distruggervi. La visione gestaltica dell’aggressività umana
di Giuseppe Sampognaro

STUDI E MODELLI APPLICATIVI
Radici Radici e germogli: la psicoterapia della Gestalt e il trauma transgenerazionale
di Federica La Pietra

RICERCHE
Studio pilota sugli adolescenti all’era del Covid-19: esiti di un intervento di gruppo online di psicoterapia della Gestalt per migliorareil benessere relazionale
di Tatiana Pagano, Maria Luisa Salamone, Serena Iacono Isidoro e Margherita Spagnuolo Lobb

RECENSIONI
Dreitzel P. (2018). The Art of Living and the Joy of Life.
Development and Maturity in a Changing World. Siracusa: Istituto di Gestalt HCC Italy Publ. Co.
di Joseph Melnick

Kato, J.,Klaren G., Levi N. (Eds.) (2019). Supporting Human Dignity in a Collapsing Field: Gestalt Approach in the Social and Political Contexts. Siracusa: Istituto di Gestalt HCC Italy Publ. Co.
di Billy Desmond

CONGRESSI
Edipo al tempo della sessualità fluida. La psicoterapia della Gestalt e il diritto della non-identità.
Siracusa, 10-11 giugno 2022
di Fabiola Maggio

COMMEMORAZIONI
Ricordando Jean Ambrosi
di Anna Fabbrini

Acquista

Prezzo scontato del singolo numero
38,10 Euro spedizione inclusa

Aggiungi al carrello

Abbonati ai prossimi numeri dei Quaderni di Gestalt
(2 numeri l’anno al prezzo di 50,35 Euro spedizione gratuita)
Risparmia 25,85 Euro rispetto all’acquisto dei singoli numeri

Abbonati ai Quaderni di Gestalt

Editoriale

La psicoterapia della Gestalt in tempore belli

In questi mesi seguiti all’invasione russa dell’Ucraina, da più parti si è fatto riferimento al carteggio Freud-Einstein del 1932 sul perché della guerra (cfr. Freud, Einstein, 1975). In esso il padre della psicoanalisi spiega il fenomeno della guerra facendo riferimento al perenne conflitto fra Eros e Thanatos, fra “pulsione di vita” e “pulsione di morte”. È una chiave di lettura che Perls non ha mai condiviso. Fin dal suo primo libro, L’io, la fame, l’aggressività (1995), scritto e pubblicato nel pieno della Seconda guerra mondiale, egli sostiene che non è possibile comprendere le relazioni umane, le tensioni sociali, in particolare ciò che avviene in guerra, senza confrontarsi con il tema dell’aggressività e col significato che ad essa va attribuito. «Se la tensione aggressiva di una classe oppressa diventa troppo forte, le classi dirigenti usualmente la deviano verso qualche nemico esterno. Provocano una guerra o cercano un capro espiatorio in qualche altra classe, razza o dottrina» (Perls, 1995, p. 129). Il conflitto fra Eros e Thanatos, nell’accezione freudiana, è una sorta di rigida “coazione a ripetere” che in modo ineluttabile grava sulla condizione umana. Prendendo spunto da Lewin, Perls sostiene invece che il continuo riproporsi della tensione conflittuale tra vita e morte va compreso non con l’inevitabile rigidità pulsionale di una cieca e ciclica “coazione a ripetere”, quanto piuttosto come un continuo emergere di nuovi “problemi non risolti”, che da sempre caratterizza l’esistenza della specie umana (cfr. Perls, 1995, p. 111). Nella prospettiva di risolvere problemi nuovi, l’aggressività riveste un significato positivo e una funzione adattiva. Come un bambino che ha fame aggredisce il cibo per renderlo assimilabile, se nutriente, o rifiutarlo, se nocivo, allo stesso modo l’aggressività che emerge nelle relazioni umane, quando non è “deformata” da una volontà di annientamento, possiede in sé una naturale spinta alla sopravvivenza, alla crescita, all’autorealizzazione.

La guerra, allora, non è la ciclica e coatta riproposizione di una pulsione di morte, ma l’esito di “problemi non risolti” che attraverso varie forme di aggressività segnalano la loro presenza, il bisogno di essere riconosciuti, l’esigenza improrogabile di nuove soluzioni, di nuovi adattamenti. Qualche anno dopo, nel 1951, in Gestalt Therapy, il libro con cui la psicoterapia della Gestalt è stata fondata, Perls e Goodman ripropongono una più puntuale critica al concetto freudiano di Thanatos. Contrariamente a quanto sostenuto da Freud, essi affermano che l’organismo vivente non diminuisce la propria tensione e non raggiunge l’equilibrio perduto attraverso la morte, la regressione ad uno stato inanimato, il ritorno ad un ordine di struttura inferiore, ma attraverso la creazione di nuove forme di adattamento ad un ambiente sempre più complesso. L’organismo vivente non è interessato a cercare un “equilibrio in generale”, decontestualizzato e astratto, ma un “suo proprio modo di vita” in una concreta “situazione incompiuta”. I nostri fondatori sostengono che:

La teoria di Freud isola sistematicamente l’organismo dallo sviluppo del campo organismo-ambiente; ed isola anche, come un fattore ulteriore, un “tempo” astratto. Ma questo campo esiste adesso; la sua attualità, lo svolgersi del suo tempo, con il continuo accadere delle novità, sono essenziali alla sua definizione e alla definizione dell’“organismo”. Si deve pensare, appunto in quanto fanno parte di questo campo sempre nuovo, alla crescita di un organismo e al cambiamento della specie (Perls et al., 1997, p. 160).

A partire da queste considerazioni critiche, pensare alla guerra e ad ogni comportamento antisociale, come esito ineluttabile del ciclico conflitto tra Eros e Thanatos, senza tempo né contesto, espone al rischio di un fatalismo cinico e impotente, sottrae alla responsabilità etica di riconoscere i “problemi aperti”, di trovare risposte nuove a “situazioni incompiute”, di orientarsi in un campo complesso che non riesce più a organizzarsi, a darsi nuove forme di integrazione, nuove strategie adattive. Narrare la guerra in termini di Eros e Thanatos significa, allora, cadere nella inevitabile trappola della manichea contrapposizione tra “Bene” e “Male”, della rigida polarizzazione fra “buoni” e “cattivi”, senza per questo riuscire a cogliere per intero le dinamiche del campo nella sua totalità, nel qui e ora del suo evolversi, senza cogliere le istanze di reciproco riconoscimento che le singole parti esprimono, a volte sotto forma di inaccettabile aggressività. Il conflitto fra Eros e Thanatos rimanda a processi autoregolativi di un organismo vivente alle prese con tensioni pulsionali a tal punto incontenibili da trovare un inutile equilibrio nel dare o nel darsi la morte. La narrazione della guerra che la prospettiva gestaltica ci invita a elaborare, invece, non ruota attorno a monadi senza tempo né relazione, ma ad un campo che emerge di continuo dal “processo co-regolativo” organismo-ambiente, che dall’attualità delle “situazioni incompiute” e dalla ricerca di “nuove forme di integrazione” trae la sua tensione vitale alla crescita e al cambiamento generativo.

Questa la prospettiva antropologica ed epistemologica che fa da sfondo ai contributi del numero 2022-2 dei Quaderni di Gestalt, dedicato al tema della psicoterapia in tempi di guerra. Il numero apre con un Dialogo tra psicoterapeuti della Gestalt appartenenti a contesti sociali diversi: una docente dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, Maria Mione, la direttrice di un Istituto di psicoterapia della Gestalt di Kiev, Inna Didkovska, la direttrice di un Istituto di formazione di Mosca, Natasha Kedrova, e uno psichiatra psicoterapeuta della Gestalt e didatta di Mosca, Max Mishchenko, oggi rifugiato politico in Italia, dove si è trasferito pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina da parte del suo governo. Curato dai section editors Luca Pino e Giulia Pappalardo, “In tempore belli: etica e clinica nel campo della disumanità” è un articolo che porta alla ribalta il caleidoscopio dei valori a cui gli psicoterapeuti si riferiscono scegliendo un’appartenenza diversa, eppure umanamente significativa e capace di sostenere il senso della propria esistenza in situazioni disumane.

Nella sezione Relazioni, curata da Giuseppe Sampognaro e Alessandra Vela, lo stesso Sampognaro ci offre una rivisitazione del concetto di aggressività, centrale nell’approccio gestaltico: “Noi siamo i buoni, voi siete i cattivi e dobbiamo distruggervi. La visione gestaltica dell’aggressività umana” è una critica costruttiva ai principi educativi chegenerano drastiche contrapposizioni e che – in ottica gestaltica – dovremmo trasformare in autentica capacità di contatto per la risoluzione dei conflitti.

Per la sezione Gestalt in Azione, Betti Conte e Marilena Senatore hanno curato due articoli. Il primo è di Giuseppe Cannella – psichiatra e psicoterapeuta della Gestalt, impegnato nella promozione dei diritti umani degli emigrati – che ci racconta la relazione terapeutica con un rifugiato libico.“La tortura nell’inferno libico. L’incontro terapeutico con Ebrima” è una testimonianza toccante del contributo che la psicoterapia della Gestalt può offrirenella cura dei traumi di guerra. Il secondo articolo clinico è di Olga Movchan– una psicoterapeuta russa che da qualche anno vive a Londra – che ci racconta momenti critici vissuti con due pazienti relativamente ai sentimenti collegati alla guerra, e il loro superamento grazie alla supervisione: “Nuove prospettive del lavoro terapeutico in tempo di guerra: il campo traumatizzato” è il titolo del suo articolo.

Nella sezione Studi e Modelli Applicativi, curata da Federica La Pietra e Francesco Lotta, la stessa Federica ci offre un articolo su un argomento fondamentale per la comprensione e il lavoro terapeutico sui traumi: la loro trasmissione transgenerazionale. “Radici e germogli: la psicoterapia della Gestalt e il trauma transgenerazionale” è la rielaborazione di una tesi di specializzazione che contestualizza l’epistemologia dell’intervento gestaltico con i traumi transgenerazionali e lo esemplifica con un caso clinico.

Nella sezione Ricerche, curata da Federica Sciacca e Agostino Rizzotto, siamo lieti di presentare una ricerca inedita svolta – separatamente ma su un unico protocollo – da due ex allieve dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, Tatiana Pagano e Maria Luisa Salamone, coordinata poi da Serena Iacono Isidoro e Margherita Spagnuolo Lobb. “Studio pilota sugli adolescenti all’era del Covid-19: esiti di un intervento di gruppo online di psicoterapia della Gestalt per migliorare il benessere relazionale” getta una luce interessante sugli interventi di gruppo online con adolescenti.

Nella sezione Recensioni, Silvia Tosi e Dan Bloom presentano due libri. La prima recensione è particolarmente significativa in quanto l’autore del libro, il collega tedesco Peter Dreitzel, è deceduto proprio in questi giorni, l’11 novembre 2022. Peter era uno dei pochi allievi europei di Isadore From e ha sviluppato il pensiero del maestro applicandolo al benessere relazionale.

La collana inglese curata dall’Istituto di Gestalt HCC Italy ha pubblicato ben due libri di questo autore, il primo dei quali –Dreitzel P. (2018). The Art of Living and the Joy of Life. Siracusa: Istituto di Gestalt HCC Italy– viene qui recensito dal collega americano JoeMelnick, il successore dell’Istituto fondato a Cape Cod da Sonia e Ed Nevis.

Il secondo libro – Kato J., Klaren G., Levi N. (2022). Supporting Human Dignity in a Collapsing Field. Gestalt Approach in the Social and Politicalcontext. Siracusa: Istituto di Gestalt HCC Italy– è una raccolta curata dai colleghi della Commissione per i Diritti Umani della European Association for Gestalt Therapy (EAGT) sugli interventi di psicoterapeuti della Gestalt in luoghi di guerra o conflitti che provocano l’annientamento dei diritti umani. Lo recensisce, in maniera quanto mai appropriata intempore belli, il collega irlandese Billy Desmond.

Nella sezione Congressi, la stessa section editor, Fabiola Maggio, racconta il Seminario internazionale di studio: “Edipo al tempo della sessualità fluida”, organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy, il 10-11 giugno 2022, in concomitanza con le recite classiche che si svolgono al Teatro Greco di Siracusa. Il seminario ha affrontato il tema contemporaneo delle molteplici forme della sessualità, dal punto di vista evolutivo, sociale, clinico, fenomenologico, e artistico/teatrale (con un confronto con registi e attori che hanno messo in scena la tragedia greca di Edipo Re).

Infine, nella sezione Commemorazioni, la collega del Centro Alia di Milano, Anna Fabbrini, ricorda il suo maestro Jean Ambrosi, uno dei pionieri della psicoterapia della Gestalt europea che, forse perché lontano dai riflettori delle mode del tempo, è rimasto poco conosciuto, pur essendo un esempio prezioso di eticità nell’approccio clinico e di profondità teorica, un didatta che ha integrato la fenomenologia clinica con il lavoro sul corpo. Ringraziamo la sua allieva, da tempo ormai maestra, che con la sua arte poetica e competente ci consente di non dimenticare il contributo fondamentale che Ambrosi ha dato al nostro approccio.

Nella speranza che questo numero possa generare pensieri creativi nei lettori e desiderio di confronto con altri colleghi della comunità gestaltica e non, vi auguriamo buona lettura!

Margherita Spagnuolo Lobb, Pietro Andrea Cavaleri
Novembre 2022

 

BIBLIOGRAFIA

Freud S, Einstein A. (1975). Perché la guerra?Torino: Bollati Boringhieri.

Perls F. (1995). L’io, la fame, l’aggressività. L’opera di uno psicoanalista eretico che vide in anticipo i limiti fondamentali dell’opera di Freud. Milano: FrancoAngeli(ed. or.: Ego, Hunger and Aggression: A Revision of Freud’s Theory and Method. London: G. Allen & Unwin, 1947; New York, NY: Random House, 1969).

Perls F., Hefferline R.F., Goodman P. (1997). Teoria e pratica della Gestalt: vitalità e accrescimento nella personalità umana. Roma: Astrolabio (ed.or.: Gestalt Therapy:Excitement and Growth in the Human Personality. New York, NY: The Gestalt Journal Press, 1951; 1994).

Potrebbe interessarti anche...