Quaderni di Gestalt n.2013/2 – Il pensiero di Daniel Stern e la psicoterapia della Gestalt

Quaderni di Gestalt 2013 n.2 Rivista Italiana di Psicoterapia della Gestalt

Quaderni di Gestalt
2013/2 – volume XXVI
Il pensiero di Daniel Stern e la psicoterapia della Gestalt

Indice del numero

EDITORIALE
Daniel Stern: possibilità inesausta di confronto e dialogo
di Margherita Spagnuolo Lobb
Daniel N. Stern: the flow of his light
di Nadia Bruschweiler Stern
DIALOGHI
Ricordando Daniel Stern: il senso della creatività e della vitalità.Massimo Ammaniti intervistato da Margherita Spagnuolo Lobb
Daniel Stern: uno psicoanalista “di frontiera”.
Nino Dazzi in dialogo con Margherita Spagnuolo Lobb
Daniel Stern e l’estetica del movimento. Una sfida per le neuroscienze.
Vittorio Gallese in dialogo con Margherita Spagnuolo Lobb
Daniel Stern: un maestro nel ritrovare il “discorso comune”. Dalla clinica alla vita e dalla vita alla clinica.
Graziella Fava Vizziello in dialogo con Margherita Spagnuolo Lobb
La clinica del “materno”. Ricordando Daniel N. Stern.
diAngela Maria Di Vita
RELAZIONI
Daniel N. Stern: una biografia intersoggettiva
di Aluette Merenda e Alessandra Salerno
I seminari e le pubblicazioni di Daniel Stern
con l’Istituto di Gestalt HCC Italy
Il contributo di Daniel Stern alla psicoterapia della Gestalt
di Margherita Spagnuolo Lobb
A proposito della scomparsa di Daniel Stern
di Jean-Marie Robine
Daniel Stern a Mosca
di Daniel Khlomov e Natalia Kedrova
IDENTITÀ E STORIA: TESTI E PENSIERI DALLO SFONDO
Introduzione.
di Bernd Bocian
Vivere al confine.
Laura Perls a colloquio con Milan Sreckovic
CONGRESSI
Lo sviluppo polifonico dei domini. Processi evolutivi:psicoterapia del-la Gestalt in dialogo. Milano, 13-14 Settembre 2013.
di Luciana Fancello
Le forme dell’intersoggettività nello sviluppo e nella clinica. Conve-gno in ricordo di Daniel N. Stern. Roma, 8-9 Novembre 2013.
di Paola Vianello
RECENSIONI
The Boston Change Process Study Group (2010). Change in Psycho-therapy: A Unifying Paradigm.
di Peter Philippson

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Contenuti

Daniel Stern: possibilità inesausta
di confronto e dialogo
Questo numero dei Quaderni di Gestalt è dedicato ad un grande maestro e amico scomparso nel novembre 2012, Daniel Stern. Con lui l’Istituto di Gestalt HCC ha intessuto nove anni di dialogo fecondo, grazie alle sue docenze presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, alla sua disponibilità al confronto, all’aper­tura verso linguaggi diversi. La sua vicinanza ci ha spronati a crescere e a trovare modi sempre più fenomenologici di descrivere ciò che facciamo.
Al di là del dialogo con gli psicoterapeuti della Gestalt, Stern ha rappresentato, per il mondo della psicologia evolutiva e della psicoterapia in genere, la nascita di qualcosa che fa una differenza nella storia: uno sguardo che integra molte delle prospettive emerse negli ultimi decenni in una gestalt armonica, una proposta teorica destinata a generare significativi sviluppi in diversi ambiti, non solo nella psicoterapia e nella psicologia ma anche nell’arte e negli approcci che hanno a che fare con il movimento corporeo.
Per quanto ci riguarda, le ricerche e gli studi di Daniel Stern hanno consentito al nostro Istituto di riformulare concetti fondamentali della teoria della psicoterapia della Gestalt, e di sviluppare aspetti teorici e clinici importanti, come la prospettiva evolutiva e la co-creazione dell’incontro terapeutico.
Nel pensare questo numero a lui dedicato, da uno sfondo di gratitudine e di affetto, ci siamo chiesti quali domande animerebbero ancora il nostro dialogo con lui.
Per esempio, considerando il tentativo di Stern di applicare i risultati della infant research alla terapia degli adulti, come possiamo definire il suo specifico contributo alla psicoterapia odierna?
Stern considera l’esperienza del “momento presente” come il cuore del processo terapeutico e focalizza la sua attenzione sugli aspetti fenomenologici ed estetici della relazione terapeutica. In quale epistemologia possiamo collocare questo contributo alla psicoanalisi certamente innovativo?
Se i now moment sono imprevedibili, e se ciò che il terapeuta fa quando questi momenti cruciali si presentano dipende dalla sua capacità di stare nella relazione, da ciò che lui “è” piuttosto che da ciò che “sa”, quali risvolti immaginiamo perl’insegnamentodella psicoterapia?
Secondo i fondatori della psicoterapia della Gestalt, quando l’individuo vive l’esperienza in maniera piena e spontanea, sperimenta, proprio da questa totalità percepita dell’incontro con l’altro, la nascita del sé, i confini della propria individualità. Stern contesta l’esistenza di una prima fase autistica nello sviluppo psicologico del bambino, che già alla nascita, a suo avviso, è capace di entrare in relazione con la madre. Possiamo affermare, allora, che lo sviluppo psicologico non consiste nel riuscire a separarsi e individuarsi, bensì nel diventare sempre più capaci di relazionarsi, o, in altri termini, nel diventare sempre più capaci di sperimentarsi come un sé nell’in­contro co-creato?
Queste domande emergono dalle idee, ricche di futuro, che Daniel Stern ci ha donato, ma anche dagli scambi con colleghicon cui ci ha messo in contatto, e con cui è possibile svilupparle.
Questo numero è stato costruito attraverso il ricordo di suoi amici italiani, e la testimonianza di terapeuti della Gestalt che lo hanno conosciuto personalmente.
Nei loro contributi è possibile rintracciare alcune delle risposte alle domande da noi formulate.
Apre il numero una breve ma significativa testimonianza della moglie, Nadia Bruschweiler Stern, le cui parole, pronunciate alla fine del convegno organizzato a Roma dal professorMassimo Ammaniti, danno la cornice di senso a tutto ciò che si può dire o scrivere su Stern.
Nella sezione Dialoghi, abbiamo il piacere di ospitare le testimonianze di quattro suoi colleghi italiani, che gli sono stati particolarmente vicini: Massimo Ammaniti, Nino Dazzi, Graziella Fava Vizziello e Vittorio Gallese. Sollecitati dalle mie domande, raccontano come hanno conosciuto Stern e l’influsso che egli ha avuto sul loro pensiero e sul loro impegno professionale.
Chiude la sezione il contributo di Angela Maria Di Vita sulla clinica del materno. L’autrice, per anni garante della nostra Scuola, nel 2006 ha promosso il conferimento al professor Stern della laurea ad honorem in Psicologia clinica dello sviluppo, presso l’ateneo palermitano. Anche se non pubblicato in forma editoriale di dialogo, questo contributo testimonia uno degli scambi scientifici che l’Istituto ha instaurato con docenti accademici in occasione delle visite di Stern presso il nostro Istituto.
Apre la sezione Relazioni una biografia “intersoggettiva” scritta da Aluette Merenda e Alessandra Salerno. Si tratta di un’elabora­zione (appositamente scrittaper Quaderni di Gestalt) della prolusione presentata in occasione del suddetto conferimento della laurea ad honorem presso l’Università di Palermo. Alla fine della biografia, trovereteun elenco dei seminari e delle pubblicazioni in collaborazione con l’Istituto di Gestalt HCC.
Nella stessa sezione, un mio articolo sul contributo di Daniel Stern alla psicoterapia della Gestalt sviluppa i punti di incontro e le differenze tra il pensiero dello psicoanalista intersoggettivo e l’episte­mologia gestaltica, così come li ho intesi negli anni dei nostri incontri, densi di sviluppi sia nelle sue teorie che nel nostro Istituto.
Segue un commento del collega francese Jean Marie Robine sull’impor­tanza del pensiero di Stern per gli psicoterapeuti della Gestalt, e un ricordo dei colleghi russi Natasha e Daniel Khlomov della visita di Stern all’università di Mosca nel 2006.
Nella rubrica Testi e Pensieri dallo Sfondo, Bernd Bocian ci presenta un’intervista esclusiva a Laura Perls di Milan Sreckovic, condotta nel 1987 in tedesco, e qui tradotta per la prima volta in un’altra lingua.
Nella sezione Convegni, Luciana Fancello racconta il seminario mi­lanese sullo “Sviluppo Polifonico dei Domini”, organizzato dal­l’Istituto di Gestalt HCC Italy presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Paola Vianello, di seguito,ci presenta un sunto del convegno in ricordo di Daniel Stern svoltosi all’Università La Sapienza di Roma nel novembre 2013.
Nella sezione Recensioni, il collega inglese Peter Philippson presenta le proprie riflessioni sul libro Il cambiamento in psicoterapia, pubblicato dal gruppo del Boston Change Process Study Group, di cui Stern faceva parte, che delinea un nuovo paradigma del lavoro terapeutico rispetto alla psicoanalisi ortodossa.
Daniel Stern ci ha lasciato un’eredità immensa da condividere e sviluppare tra tutti noi innamorati della vitalità umana.
È anche grazie a lui che ci ritroviamo fratelli tra psicoterapeuti di approcci diversi: sia nei convegni che nella letteratura, in molti, pur appartenendo a epistemologie diverse, ci riferiamo agli stessi passaggi teorici di Stern, condividendoli profondamente, come una conferma a ciò in cui crediamo e alla possibilità di dialogare.
Il suo linguaggio ci ha uniti. E sapere questo sicuramente gli avrebbe fatto piacere. Inoltre, il suo sorriso e la sua curiosità intellettiva sono stati un connubio di amore e novità che resterà per sempre nella nostra anima.
 
Siracusa, Dicembre 2013
Margherita Spagnuolo Lobb
Ringrazio il dott. Albino Macaluso per il suo contributo alla definizione di queste domande.